giovedì, giugno 30, 2005

Tortino di peperoni



Ottima ricetta fredda...purtroppo bisogna cuocerla prima. Con le temperature di oggi, accendete il forno e uscite dalla cucina ;-)).
E' un piatto tipico della cucina di casa petula, perfetto anche come svuota frigorifero quando avanza pane e peperonata.

2 peperoni
1 tazza di pane grattuggiato o mollica di pane raffermo
2 cucchiai di rosmarino, prezzemolo e timo tritati
1 cucchiaio di olio
sale/pepe

Lavare i peperoni, asciugarli, bucherellarli con una forchetta e metterli o su una griglia o nel forno a 200° fino a quando la superficie non è leggermente bruciacchiata. Infilarli in un sacchetto di carta per 30 minuti, pelarli e tagliarli a listarelle.
A parte mischiare bene il pane raffermo con il trito di erbe, un pizzico di sale e pepe e l'olio.
In una tortiera grande o in stampi monoporzione fare strati di peperoni e pane (primo e ultimo strato di pane) pressando bene e cuocere in forno per 15 minuti a 180°. Servire tiepido o freddo.

Macroconsiglio
La macrobiotica è una ricerca di armonia, in noi stessi e in quello che ci circonda, compreso il cibo. Uno di questi equilibri è quello tra sodio e potassio: il nostro corpo lo cerca in modo naturale allorquando di fronte a un'alimentazione ricca di proteine animali e ricchi di sodio siamo attratti da cibi come le solanacee ricche invece di potassio. Chi fa una scelta come quella vegetariana o macrobiotica e vive prevalentemente in un clima freddo di solito deve limitare molto l'assunzione delle solanacee (peperoni, patate, pomodori, melanzane..). Meglio abbinarli alle proteine animali del pesce.
Il caldo estivo e quindi la perdita di sali minerali tra cui il potassio consente di consumare più spesso questi prodotti (io lo ammetto ne faccio a volte un abuso ;-)). Tra l'altro danno una bella sferzata ai metabolismi più lenti.

martedì, giugno 28, 2005

Tempeh saltato con spinaci



In una Milano a dir poco soffocante, accendere un fornello è impresa quasi eroica...saltare le verdure in poco olio o soia può essere un'alternativa al tutto crudo.
L'acquisto di un wok di ghisa consente di utilizzare una sola pentola per la maggior parte delle cotture: si possono saltare tofu e pesce, bollire riso e cereali, stufare e friggere le verdure. Meglio la ghisa, anche se più costosa e pesante, in quanto mantiene a lungo la temperatura e i cibi cuociono in pochissimo condimento. Bisogna solo non lavare il wok con il detersivo e lasciarlo leggermente unto quando non lo si usa.

1 confezione di tempeh
500 gr di spinaci freschi puliti
4 cucchiai di shoyu
4 cucchiai di acqua
6 pomodorini secchi
1 cucchiaio di semi di finocchio

Precuocere il tempeh e, dopo averlo fatto raffreddare, tagliarlo a cubetti. Scaldare il wok e poi versarvi lo shoyu, l'acqua e i semi di finocchio. Non appena lo shoyu comincerà a schiumare, gettare nel wok le foglie di spinaci e farle cuocere, mescolando rapidamente per 5 minuti. Aggiungere il tempeh a cubetti e i pomodori secchi tagliati a listarelle. Far cuocere per altri 5 minuti e poi impiattare.

Macroconsiglio
Lo shoyu o salsa di soia è prodotto dalla fermentazione di fagioli di soia, grano e acqua e quindi non adatto a chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine; il tamari invence è prodotto dalla sola fermentazione dei fagioli di soia.
Entrambi sono molto saporiti e privi completamente di grassi, possono sostituire il sale (e l'olio) in molte preparazioni. Hanno però il difetto di avere un sapore marcato e di colorare di marrone tutto quello con cui vengono a contatto. Sia il tamari sia lo shoyu, anche se cotti, possono essere riutilizzati più volte a patto di filtrarli per eliminare le impurità.

venerdì, giugno 24, 2005

Pane al semolino



Per l'idea di questo pane devo ringraziare Annaginger, una attiva coquinaria e bimbista. Io ho solo aggiunto erbe e diminuito il lievito. Come già detto, amo le lievitazioni lente. E' un pane profumato e compatto con una crosta fragante, adatto anche a farne bruschette o a essere spalmato di tahin e marmellata.

250 g di semolino
200 g di farina 0
200 g di manitoba
250 g di acqua
1 cucchiaio di malto
1 cucchiaio d'olio extra vergine
1/2 bustina di lievito di birra secco
1 cucchiaino di sale
2 cucchiai di romarino e tino freschi tritati fini

Miscelare le farine dopo averle passate al setaccio e far rinvenire il lievito in acqua tiepida e malto. Lavorare a lungo tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto elastico e morbido. Far lievitare per un'ora in una ciotola leggermente unta e coperta da un canovaccio umido lontano da correnti d'aria. Formare due pani, metterli su una teglia e porli in forno spento per ancora un'ora. Accendere il forno e far cuocere in modalità statica per 40/50 minuti a 200°. A metà cottura spennellare il pane con una soluzione di acqua e olio per renderlo più croccante.

giovedì, giugno 23, 2005

Girandole con arance e cioccolato



Queste briochine sono nate da un'idea salata e sono perfette per chi, come me, non ama i dolci troppo dolci...per altro riesco a mangiarli solo di mattina (sempre che non mi prenda voglia di aringhe o di alghe). Sono relativamente veloci da fare e si conservano per qualche giorno dentro una scatola di latta.

per 8 girandole

300 g di farina (io ho mescolato manitoba e integrale)
150 g di acqua
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di lievito di birra secco
1 pizzico di sale
4 cucchiai di marmellata di arance amare
3 cucchiai di malto-nocciola
2 quadretti di cioccolato fondente
2 cucchiai di mandorle tostate


Lavorate sulla spianatoio farina, lievito, olio acqua e sale con lo stesso procedimento della pizza. fino a ottenere un impasto morbido. Fate una palla e ponetela in una ciotola leggermente unta, coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare fino al raddoppio.
Stendete la pasta in un rettangolo con uno spessore di 3/4 millimetri utilizzando il mattarello. Distribuite fino ai bordi la marmellata, il malto-nocciola (leggermente scaldato a bagnomaria in modo da ammorbidirlo) e, infine, il cioccolato grattuggiato e le mandorle tagliate a coltello.
Arrotolate dal lato lungo e tagliate delle fette spesse 3 cm. Mettetele sulla placca del forno coperta da carta forno ben distanziate tra loro e fate lievitare per altri 30 minuti. Cuocete in forno a 200° per 15 minuti e gustatele fredde.


Macroconsiglio
La quantità di lievito di birrà è minima: non me ne piace il retrogusto e preferisco prolungare la lievitazione sia che il lievito sia secco sia che sia fresco cosa che rende le paste lievitate molto più digeribili.
Il malto nocciola è la nutella dei vegani e dei macrobiotici. Composta solo di malto e pasta di nocciole è, secondo me, la consolazione dai mali del mondo (;-)). Si trova senza difficoltà nei negozi di prodotti biologici.

lunedì, giugno 20, 2005

Tofu bicolor



Un piccolo antipasto da gustare con questo caldo soffocante.
Necessario è procurarsi un tofu semi morbido....quindi non il silk (adatto per fare creme e paté) e non il firm (adatto a essere cotto): io ho risolto il problema facendo il tofu in casa, ma se non se ne ha voglia o tempo si può comprare il tofu negli alimentari etnici. A Milano si può andare da Khatai in zona Sarpi.

1 confezione di tofu
1/2 tazza di salsa di soia
1/2 tazza di acqua
1 cucchiaio di succo di zenzero
1 mazzetto di erba cipollina

Mescolare acqua, salsa di soia e succo di zenzero, ottenuto grattuggiando e strizzando bene una radice di zenzero. Scolare il tofu dall'acqua di vegetazione, metterlo in un contenitore munito di coperchio, coprire con la salsa fino a metà inmodo da ottenere l'effetto bicolor e mettere in frigo per almeno 4 ore.
Trascorso questo tempo, togliere il tofu dalla marinata e servire ricoperto di erba cipollina tagliuzzata fine.

Crema fredda di fagioli



Le zuppe calde o appena tiepide in estate sono un dei modi migliori di iniziare un pasto. Rilassano lo stomaco, calmano mente e spirito in quanto è un cibo che non può e non deve essere mangiato con troppa fretta altrimenti o ci si sbrodola o ci si ustiona. Possono anche essere piatti unici perfetti a mezzogiorno al posto del solito panino. Avete mai pensato a portarvi un piccolo contenitore con dentro una minestra in ufficio? In estate si può mangiarla a temperatura ambiente e poi uscire per fare una passeggiata...troppo salutare????
Questa zuppa fatta con i fagioli allegri del mercato equo-solidale è semplice, saporita e può essere surgelata e tenuta in freezer per i momenti di panico da frigo vuoto.

1 tazza di fagioli
4 tazze d'acqua
1 cucchiaio di dado
1 mazzetto di erba cipollina
1 rametto di rosmarino
2 spicchi d'aglio
pane raffermo
1 cucchiaio d'olio
sale e pepe
3 cm di alga kombu

Mettere a bagno i fagioli la sera prima in acqua fredda con l'alga. Il giorno dopo buttar via l'aqua dell'ammollo e far cuocere in 2 tazze di acqua fredda non salata per 40 minuti (20 in pentola a pressione).
A parte far soffriggere per pochi minuti l'aglio e il rosmarino nell'olio, aggiungere i fagioli e far insaporire. Dopo 10 minuti aggiungere due tazze d'acqua fredda e il dado e portare a bollore. A questo punto spegnere il fuoco, far intiepidire e frullare per bene. Salare e pepare.
Servire accompagnata da dadini di pane raffermo passato sotto il grill per 5 minuti e da erba cipollina tagliuzzata.


Macroconsiglio
La kombu è un'alga particolarmente ricca in iodio e non troppo saporita. Può essere mangiata tutti i giorni in dosi non eccessive. E' perfetta per rafforzare l'intestino e utile per riequilibrare il nostro metabolismo che esso sia troppo lento o troppo veloce.
E' buona fritta o, aggiunta nelle insalate dopo essere stata ammollata in acqua per una ventina di minuti. Gli italiani, però, assaggiano le alghe con grande difficoltà e un ottimo sistema per assimilarne i benefici è quello di usare un pezzetto di kombu (max 5 cm) nell'ammollo dei legumi o delle castagne secche. La kombu infatti aiuta a rendere i legumi più morbidi e più digeribili rilasciando preziose sostanze nutritive. In seguito può essere tolta e riutilizzata almeno altre due volte dopo essere stata sciacquata e asciugata oppure cotta insieme ai legumi.

giovedì, giugno 16, 2005

Tempeh croccante



Trai cosiddetti "sostituti" della carne il tempeh è quello che preferisco in assoluto. Ottenuto dalla fermentazione della soia gialla, è, a contrario del tofu, molto saporito e di consistenza più solida e quindi adatto anche a cotture molto lunghe. Il fatto di essere un prodotto fermentato lo rende leggero e altamente digeribile, inoltre è ricco in proteine (ne ha più della carne).
Io, a meno che non ne faccia uno stufato, preferisco precuocerlo sia perché anche se fermentato lo considero un alimento quasi crudo sia perché così si conserva più a lungo.

Precottura

1/2 tazza di salsa di soia
1/2 tazza di acqua
1 cucchiaio di succo di zenzero
1 confezione di tempeh

Grattuggiare lo zenzero e spremerlo in un telo pulito in modo da ricavarne il succo. Mettere in una pentola larga il tempeh coperto dalla miscela di soia, acqua e zenzero e far cuocere per 20/30 minuti. Estrarre il tempeh dalla pentola e far raffreddare.
Il tempeh, messo in un contenitore ermetico si conserva in frigo per una settimana.
Il liquido avanzato, dopo essere stato filtrato, può essere riutilizzato per far saltare i germogli di soia o per marinare il tofu.

Ricetta

2 cucchiai di farina di mais
1 cucchiaio di semi di sesamo tostati
1 cucchiaino di paprika
olio di sesamo

Mescolare la farina di mais, i semi di sesamo e la paprika e impanare il tempeh tagliato a quadrotti. Non aggiungere sale perché la precottura lo ha reso molto saporito. Scaldare nel wok o in una pentola per i fritti l'olio di sesamo e cuocere il tempeh fino a quando non diventa dorato.
Io l'ho servito con una ratatouille di zucchine.

Macroconsiglio
Trovare il tempeh non è facilissimo, trovarlo buono ancora di più. Consiglio di acquistare il tempeh al naturale della Sun Soy Food, secondo me è il migliore. Contrariamente al tofu, il tempeh può essere congelato senza comprometterne minimamente la qualità.

lunedì, giugno 13, 2005

La cuoca della porta accanto

Affettuosamente pungolata dal Cavoletto, alias Cenzina, ecco le mie risposte alla versione italiana del questionario a catena, opera di Delicious days....chiedere di far lo stesso a tutti i blogger culinari (e non) e lasciarne segno? ;-) Beh! passo ufficialmente la palla a Ribollita, a Tirebouchon e a Il cuore è una frattaglia.....


Il tuo primo ricordo di te stesso cucinando
Le mie mani che fanno le bisce per gli gnocchi di patate e la mia prima torta con il mitico "Dolce forno" della Harbert, che cuoceva con il calore di una lampadina.
La cucina è stata la stanza in cui ho passato più tempo durante tutta la mia vita, quindi molti dei miei ricordi profumano di torta di mele o di minestrone.

Chi ha influenzato di più il tuo stile culinario
Banale...la mia mamma, che priva di baby sitter e scuole a tempo pieno ha fatto della cucina la nostra stanza dei giochi, consentendoci di usare forni e fornelli veri. Mi ha insegnato che in cucina non si butta mai nulla (al massimo si mette in freezer), che bisogna saper fare di tutto (anche quello che non piace) e che bisogna avere il coraggio di sperimentare. Mi ha spinto a leggere i ricettari, anche se lei fa tutto a occhio, e a imparare a cucinare tutto quello che lei non ama come il pesce o le paste lievitate. I profumi della mia infanzia sono i profumi dei dolci trentini, torta di mele, strudel e zelten.

Possiedi del materiale fotografico che possa provare un interesse precoce per il mondo culinario? Te la senti di farcelo vedere

Non so perché, ma non ci sono foto, nemmeno recenti, di me in cucina. Poche mentre mangio, tanto più che da bambina consideravo cucinare divertente e mangiare un vero supplizio.
Mi sono rifatta ampiamente negli ultimi 15 anni ;-)

Hai qualche fobia culinaria? Un qualche piatto che solo a pensarci ti viene il sudore

Le carni visto che non le cucino molto spesso e, da macrobiotica, il seitan, quando lo faccio in casa ho paura che non risulti abbastanza saporito.

Il gadget in cucina che funziona meglio / quello che ti ha deluso di più
Sono una maniaca dei gadget. Non amo molto quelli elettronici, ma vado in estasi davanti a stampini, mattarelli, macchine per la pasta. Quello che funziona meglio è il Bimby (acquisto recente), oltre al vecchio Minipimer; quello che è a un passo dalla pattumiera è la sparabiscotti.

Un abbinamento cibario strano che mi piace e che probabilmente non piace a nessun altro...
Riesco a mangiare aringhe e salmone appena alzata e vado pazza per le alghe cosa che sconvolge non poco i miei amici italiani, ma abbinamenti perticolamente strani non mi vengono in mente.

Quali sono le 3 cose commestibili senza le quali non potresti vivere
Olive, tahin, tea....riesco a fare a meno di tutto o quasi, ma perché rendersi la vita più triste?

3 domandine al volo
il tuo gelato preferito
: lo so è una bestemmia, ma non mi piace per nulla il gelato
Non mangerai mai: i cetrioli, mi fa orrore anche solo l'odore
il tuo piatto/firma: uno solo??? patè di alghe, tempeh al balsamico, insalata tiepida (per i non macrobiotici, visto che è a base di lardo e formaggio di capra) e poi tutto quello che pane, pizza e torte salate.

Tofu a colori



Un blog macrobiotico e solo una ricetta con il tofu....troppo poco, così ecco il mio tofu rosso servito su una passatina di fave. Una piccola bomba proteica colorata come una tela di Schifano.
Il tofu mi dà allegria, è il fregoli dei cibi: mantiene la sua delicata personalità se si consuma al naturale condito con un po' di salsa di soia (in questo caso meglio il silky tofu dalla consistenza più morbida) o può trasformarsi a seconda del tipo di cottura o degli ingredienti posti al suo fianco.
In generale il tofu va insaporito ponendolo per almeno un'ora in una marinatura i cui ingredienti possono essere i più differenti dalla classica salsa di soia, al succo di zenzero fino alle verdure frullate. Più tempo si fa marinare più intenso diverrà il sapore.

8 pomodorini
1 lime
2 cucchiai d'olio di sesamo
3 cucchiai di acqua
1 confezione di tofu
500 gr di fave fresche
5 gocce di tabasco
erba cipollina

pepe
sale

Sbollentare e pelare i pomodorini. Metterli in un frullatore insieme a sale, ai 2 cucchiai d'olio, al tabasco, all'acqua e al succo del lime. Frullare fino a attenere una crema omogenea e fluida. Tagliare il tofu in 6 fette e metterle in una pirofila da forno. Ricoprire il tofu con la marinatura, qualche filo di erba cipollina tagliuzzato e lasciar marinare per almeno un'ora, meglio se mezza giornata.
Nel frattempo sgusciare le fave, cuocerle fino a quando sono molto tenere, sbucciarle e frullarle bene con un poco di acqua tiepida e sale fino a ottenere una purea morbida.
Cuocere il tofu (lasciandolo immerso nella marinatura) per 20 minuti in forno a 180°.
Togliere il tofu dalla pirofila e servilo tiepido con la passata di fave e una macinata di pepe.

Macroconsiglio
Il tofu è ottimo per rinfrescare il corpo prima dell'arrivo del grande caldo estivo. E' un alimento freddo, yin per la macrobiotica e quindi utile a portare fuori il caldo che abbiamo accumulato in inverno mangiando zuppe, cibi grassi o troppe proteine animali.
Se lo si lascia marinare per una notte in salsa di soia, acqua e zenzero, lo si può usare nelle insalate o nei panini.

venerdì, giugno 10, 2005

Carpaccio di zucchine



Finalmente è stagione di zucchine!
Vero che le si trova ormai tutto l'anno, ma di solito non hanno alcun sapore (come i pomodori e delle melanzane di serra) e soprattutto non hanno più prezzi fotonici.
Sono particolarmente versatili, ma in estate mi piacciono soprattutto crude e marinate.

2 zucchine
1 limone
1 manciata di capperi sotto sale
2 cucchiai d'olio
1 cucchiaio di acqua
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di timo fresco (1 cucchiaino secco)
sale
pepe

Lavare, spuntare le zucchine e affettarle per il lungo con il pelapatate. Arrotolarle e sistemarle su di un piatto. A parte tritare finemente capperi e timo e unirli a un'emulsione di olio, acqua, sale e pepe. Bagnare con la salsa ottenuta le zucchine e lasciarle marinare per almeno un'ora prima di servirle.


Macroconsiglio
Unisco acqua leggermente tiepida all'olio nella proporzione di 1 a 2 per rendere più facile lo scioglimento del sale e rendere più leggero il condimento. Ovvio solo se non metto aceto.

martedì, giugno 07, 2005

Cous cous alla marocchina



Adoro il cous cous, il sapore, la consistenza e la versatilità. Ci si può fare di tutto, anche dei meravigliosi dolci.
L'ispirazione viene da una delle mie riviste preferite, Marie Claire Idées, che dedica un bell'articolo alla cucina marocchina.
La ricetta originale prevedeva la presenza della semola e la sua cottura a vapore nella couscoussiera, io ho usato il cous cous precotto perché sfornita della semola e della pentola adatta. Se lo si trova si può usare anche il cous cous integrale.
con le dosi indicate ho fatto 3 sformatini e il ripieno per 4 involtini di melanzana.

1 tazza di cous cous precotto
1 tazza di acqua calda
un pizzico di sale
1 grossa melanzana lunga
2 cucchiai di malto di riso
5 albicocche secche
1/2 tazza di uvetta
1/2 tazza di pinoli
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
olio extra vergine di oliva
qualche foglia di menta

Versare il cos cous in una pentola, mescolarlo bene con due cucchiai d'olio e un pizzico di sale, poi bagnarlo con l'acqua calda, coprire e lasciar riposare per 10/15 minuti. Quando il cous cous si è ben gonfiato, sgranarlo con la forchetta, aggiungere, la cannella, l'uvetta, i pinoli (tostati a secco in un padellino) e le albicocche tagliate a dadini e mettere sul fuoco al minimo per 5 minuti mescolando delicatamente. Spegnere il fuoco, coprire la pentola e tenere da parte.

Tagliare dalla melanzana 4 fette non troppo spesse, bagnarle con due cucchiai d'olio mescolati al succo di un limone e cuocerle in forno per 15 minuti a 180°. Tagliare il resto della melanzana a dadini e saltarla in padella con un filo olio e un pizzico di sale.
A cottura ultimata aggiungere il malto e unire le melanzane al cous cous.

Per gli involtini: porre un cucchiaio di cous cous su ogni fetta di melanzana, arrotolarle e porle su un piatto ponendo sopra ancora un pochino di semola.
Per gli sformati: porre il cous cous negli stampini, premere bene e rovesciarli sul piatto decorando con foglie di menta.

venerdì, giugno 03, 2005

New York da macrobiotici

Una settimana in una città con troppi aggettivi!
Tralasciando le indicazioni turistiche, mi limiterò a quelle gastronomiche.
E' una città dove vegani, vegetariani e macrobiotici si trovano meglio che in Europa. Qui esistiamo come categoria: i ristoranti, fast food e supermercati prevedono menu e cibi adeguati e i camerieri non ti guardano con faccia stupita quando dici che non mangi carne o formaggio e soprattutto non ti propongono il prosciutto come alternativa. Molte panetterie e pasticcerie hanno dolci privi di uova o latte o zucchero.

Non date retta alle guide italiane (compresa la Lonely Planet), dicono una montagna di sciocchezze quando asseriscono che New York non è una città per non-carnivori. Certo le steak house sono ad ogni angolo....ma i ristoranti e i fast food vegani sono numerosi, anche quelli esclusivamente macrobiotici, e i prezzi variano dai 10 ai 35 dollari a seconda del menu e del tipo di ristorante. Ci si può poi sbizzarrire tra le cucine indiana, cinese, buddista, tibetana....e americana!
Ho portato in questi ristoranti degli onnivori (mangiatori soprattutto di formaggio) convinti e soprattutto molto scettici...beh non solo si sono ricreduti ma erano entusiasti, d'ora in poi guarderanno il seitan con altri occhi.



Qualche indirizzo:

Candle Cafe, 1307 Third Avenue at 75th Street
E' un piccolo e delizioso (e rumoroso) caffè nel cui menu non esistono proteine animali di nessun tipo; le porzioni sono per noi italiani enormi, ma i ravioli con tofu ed erbette così come la piccata di seitan sono indimenticabili. La decandence cake al cioccolato è da urlo. Prezzi intorno ai 35 dollari compreso il vino (antipasto, entrée e dolce).
Cafe 79, 154 East 79th Street
Ristorante molto chic (i proprietari sono gli stessi del Candle) con piatti gustosi e originali in cui si mescolano Italia, Giappone, Messico e India : un risotto primavera era cotto alla perfezione (raro fuori dal nord Italia), verdure e tempeh croccanti e saporiti, chili così perfetto da controllo sulla presenza di carne. Prezzi sui 30 dollari vino compreso (entrée e dolce).
Whole food (due sedi principali al Time Warner davanti a Central Park e in Union Square)
E' un supermercato del biologico. Ha di tutto dalla carne al tofu dalle verdure al miso e kuzu ai cibi pronti. I prezzi sono molto convenienti soprattutto rispetto all'Italia (io ho comprato kuzu, alghe, miso, te di tutti i tipi). La cosa più carina è che ha una gigantesca sezione fast food in cui si può comporre il proprio piatto scegliendo tra una cinquantina di pietanze differenti (insalate, cuscus, tempeh alla piastra e tofu fritto, samosa e dhal, pudding di riso e torte al cioccolato, sushi di ogni genere) e pagarli a peso. Prezzi 6,69 dollari a libbra.
Angelica's kitchen
Forse il primo ristorante vegetariano a New York. Molto carino e "americano". Ci si trovano molti piatti per vegani. Prezzi intorno ai 25 dollari.
au bon pain
Catena di panetterie diffusa in tutta Manhattan. Ho mangiato dei fantastici bagel (senza uova o burro) e dei vegan-muffin alle mele che mi hanno salvato dal cibo dell'aereo.

Impressionante è poi la quantità di libri e riviste di cucina vegana e macrobiotica....Barnes&Nobles ha una parete, 10 m x 5 m, dedicata ai Vegetarian cookbooks: mi sono portata a casa di tutto e preso nota di quello che non potevo far star in valigia. Ho trovato persino una rivista in cui c'è la ricetta dell'"egg replace", ingrediente presente in molte ricette americane e che è il sostituto delle uova per amalgamare meglio gli ingredienti di una torta o di un pasticcio di verdure....sperimenterò molto presto ;-))
Qui in Italia i libri di cucina macrobiotica e vegana sono ancora pochi e poco creativi...si tende a confondere la cucina vegetariana con una cucina prevalentemente a base di uova e formaggio (sigh).

La sensazione che ho portato a casa: giorni troppo brevi e valigie troppo piccole....si ritorna in autunno.

giovedì, giugno 02, 2005

Limoni al tonno



Cosa fare quando si ha una vicina di casa deliziosa che ci consente di approfittare del suo albero di limoni e non si ha voglia di far marmellate?...si finisce per avere una ventina di limoni assolutamente biologici nel frigo che rischiano di andare a male.
Questa ricetta è stata una salvezza. Facile. veloce e di grande effetto.
L'idea originale viene da uno dei miei forum preferiti: la Cucina Italiana....l'ho modificata causa presenza del burro e di altri ingredienti nel mio frigo.

4 limoni biologici medio grandi
250 gr di tonno al naturale
100 gr di tofu morbido
2 cucchiai di patè di olive
una manciata di capperi
due acciughe sott'olio

Lavare i limoni, tagliare la parte superiore, svuotarli e lasciarli sgocciolare capovolti.
Frullare gli altri ingredienti fino a ottenere una crema morbida ma non troppo.
Riempire i limoni premendo in modo che la crema di tonno riempia tutti gli spazi. Avvolgere i limoni ben stretti nella pellicola per alimenti e mettere nel frigo per almeno un paio d'ore.
Prima di servire con un coltello ben affilato tagliare i limoni a fette non troppo spesse e servire con dei crostini.

Macroconsigli
La macrobiotica prevede saltuariamente l'assunzione di cibi animali soprattutto in inverno e per gli uomini. Di solito si preferiscono i pesci a carne bianca come le orate, perché la loro energia è più leggera (più yin) e meno intasante. Questo non è vero per il tonno, che, cosa a pochi nota, è un animale a sangue caldo paragonabile a un manzo con le pinne. Meglio quindi non sostituire la carne sempre e solo con il tonno (peggio ancora in scatola) come capita a chi è costretto a mangiare nei bar o a chi è maniaco del sushi ;-)