lunedì, ottobre 31, 2005

Rosti di patate e sourcream



Cucino di rado le patate o meglio quando mangiavo più proteine animali sentivo la necessità di equilibrare il sodio contenuto in carne e formaggi con il potassio delle solanacee. Oggi non mi viene in mente di comprarle e di solito me lo devono chiedere. La macrobiotica non vieta nulla e quindi non vieta nemmeno l'assunzione delle solanacee, consiglia solo di limitarle per evitare di mandre in crisi l'quilibrio tra sali minerali, proteine e zuccheri che è alla base di questa filosofia.

La sour cream è invece una salsa a base di panna acida tipica dell'est europeo, di Inghilterra e Nord America che in questi paesi vi potete ritrovare ovunque dai panini al fish&chips. Questa elaborazione la devo al mio libro di cucina preferito
The candle cafe cookbook con qualche minima variazione.

4 patate gialle
1 confezione di tofu
2 cucchiaini di succo di lime
2 cucchiaini di succo di limone
1 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaio di erba cipolina tritata
1 cucchiaino di porro (parte verde) tagliato sottile
4 cucchiai di olio di oliva extravergine leggero
1/2 spicchio d'aglio
1 pizzico di sale

Bollire le patata per una decina di minuti (devono ancora essere parzialmente crude), farle raffreddare, pelarle e grattuggiarle (parte a fori grossi). Lasciarle a scolare per un'ora, salarle leggermente, poi fare uno strato di un centimetro in una padella ben unta e cuocere il rosti dai due lati fino a quando non avrà una bella crosticina. Con questa quantità di patate potete fare due rosti medi o quattro piccoli. Si può anche partire dalle patatae crude, grattugiandole e facendole scolare, si alungheranno i tempi.
Nel frattempo in una ciotola sciogliere l'agar agar con il succo di limone e lime. Cuocere il tofu per 5 minuti in acqua bollente e dopo averlo fatto raffreddare metterlo in un mixer con il succo dei limoni, l'agar, l'aglio, l'olio, il sale e frullare finoa ottenere una salsa liscia e vellutata.
Servire i rosti caldi con la sour cream a parte decorando con il porro.

venerdì, ottobre 28, 2005

Dal o zuppa di lenticchie all'indiana



Questo "comfort" food fa parte di uno dei miei giretti nelle cucine etniche e la ricetta mi è stata data da un cuoco cingalese.
Dahl o dal definisce una zuppa non troppo densa, aromatica e leggermente piccante che in Oriente può essere fatta di differenti qualità di lenticchie (rosse, gialle, verdi). Qui è meglio usare le rosse decorticate oppure recarsi in un negozio di alimentari etnici. Le nostre lenticchie non sono molto adatte alle spezie orientali. Io avevo nel cassetto un pacco di moong dal (lenticchie gialle) da qualche mese e me ne ero scordata...quando vado in alcuni negozi le mani vanno più veloci della mente e cacciano nel carrello di tutto ;-)) ...ora devo scoprire cosa fare con un pacchetto di riso glutinoso dall'acceso colore verde.

1 tazza di lenticchie rosse
1 cipolla
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di semi di senape
1 cucchiaino tra coriandolo/fieno greco/cumino
2 cucchiai di olio di sesamo o girasole
sale
acqua q.b.

Macinate o schiacciate in un mortaio coriandolo, cumino e fieno greco. Sciacquate le lenticchie e mettetele a cuocere con almeno due tazze d'acqua e la curcuma fino a quando saranno ben cotte ma non disfatte. Aggiungete il misto di spezie macinato, salate e aggiungete altra acqua se il dahl risulterà denso come un puré. A parte in una pentola di acciaio, scaldate l'olio, versate i semi di senape e quando inizieranno a scoppiettare aggiungete la cipolla tagliate a lamelle sottili; quando sarà ben dorata toglietela dal fuoco.
Versate il dhal caldo in coppe singole e guarnitele con le cipolle dorate.
Si può rendere piccante il dhal aggiungendo della pasta di curry forte o del peperoncino alle lenticchie a fine cottura.

Macroconsiglio
Le lenticchie come la maggior parte dei legumi sono fonti ottime di proteine e sali minerali (calcio, potassio,magnesio, fosforo, zinco e rame). Molto riscaldanti, sono perfette in autunno e abbinate ai cereali integrali come il farro in quanto aiutano il corpo ad affrontare i freddi invernali.
L'Italia produce lenticchie di ottima qualità e di dimensioni differenti dalla verde di Altamura alla marrone di Castelluccio alla rossa o egiziona. Le ultime due non hanno bisogno di ammollo, ma solo di essere lavate per eliminare eventuali sassolini.

giovedì, ottobre 27, 2005

Macco di fave e bottarga



La bottarga è una di quelle cose che mi fa impazzire...la compro e la lascio nel frigo almeno un paio di giorni perchè so che se la apro son capace di mangiarne un etto al naturale mentre la taglio.
Cibo molto yang (proteine animali seccate...il massimo) andrebbe mangiata in piccole quantità e una volta ogni tanto...se me lo dico spesso magari mi convinco ;-)).
Il suo sapore intenso ben si abbina alla dolcezza del macco di fave, tradizionale puré di fave siciliano.
Se però preferite un piatto curativo in previsione dei freddi autunnali e cioè che apporti calore al corpo in modo da affrontare meglio i malanni da freddo, servite il macco con una verdura amara bollita(catalogna o cicoria) oppure con anelli di cipolla leggermente soffritti.

300 gr di fave secche
acqua q.b.
100 gr di bottarga
1 cucchiaio di prezzemolo
1 spicchio di aglio
1 pezzetto di alga kombu
sale
olio extravergine

Mettete a bagno le fave secche in acqua fredda e kombu per una notte. Gettate l'acqua di ammollo e mettete da parte la kombu, aggiungete lo spicchio d'aglio, coprite di acqua le fave e fate cuocere fino a quando non saranno morbidissime. A questo punto con il cucchiaio di legno mescolate con forza tanto da ridurle in un purè morbido, ma non troppo liscio (male che vada utilizzate un mixer). Salate e servite con bottarga tagliate sottilissima, prezzemolo tritato e un filo d'olio.
Se la bottarga fosse dura o troppo saporita, lasciate a bagno in olio le fettine per un'ora.

mercoledì, ottobre 26, 2005

Olio speziato



Grazie a Amy di 101 cookbooks ho sperimentato un olio aromatizzato alle spezie.
In questo modo ho un olio profumato già pronto ogni volta che ne ho bisogno.
Ho usato un olio extravergine toscano, ma la prossima volta lo farò con l'olio di mais in modo da poterlo usare per i dolci. Al momento l'ho usato sul basmati e nel purè di zucca.

1 tazza di olio di olia extravergine
1 cucchiaio di cardamomo
1 cucchiaio di semi di cumino
1 stecca di cannella
1 cucchiaio di pepe rosa
3 bacche di anice stellato
1 stecca di vaniglia

Macinate cardamomo, cumino e pepe rosa e tostateli a secco in un wok o in una pentola antiaderente per qualche minuto.
Scaldate leggermente l'olio e, fuori dal fuoco, aggiungete tutte le spezie compresa la cannella, l'anice stellato e i semi di vaniglia (estratti dalla stecca aperta in due).
Mettete in un vaso e lasciate riposare per un paio di giorni, poi filtrate e conservate in luogo fresco.
La ricetta originale non diceva di filtrare ma secondo me le spezie lasciate troppo a macerare possono assumere un retrogusto amaro.
Si conserva per un mese.

martedì, ottobre 25, 2005

Mousse di cachi e castagnaccio



In questo periodo ho voglia di cose morbide e consolanti e quindi una mousse accompagnata da un dolce invernale tradizionale come il castagnaccio mi è parso ideale.
I cachi mi mettono allegria quando li vedo sulle piante spoglie ma li ho saempre considerati un po' stucchevoli per i miei gusti: i cachi vaniglia (più solidi e meno dolci) mi hanno riavvicinato a questo frutto tipicamente autunnale. Lo stesso dolce può essere fatto con i cachi normali riducendo il malto.

Le mousse sono di solito composte di panna, qui ho usato il silk tofu che consente, grazie a una consistenza molto morbida e a un sapore delicatissimo, di ottenere mousse perfette e sicuramente meno caloriche e dannose per il nostro organismo.
Il castagnaccio è un dolce tipico dell'Appennino e molto semplice, dolce all'origine grazie alla presenza della farina di castagne.

Mousse
3 cachi vaniglia
200 gr di silk tofu
2 cucchiai di malto di riso o di mais
1 cucchiaino di semi di cardamomo macinati

Pelare e tagliare a pezzi i cachi e porli in una casseruola con un dito di acqua. Far cuocere per 20 minuti o fino quando si saranno disfatti. Una volta freddi metterli in un blender con il tofu, il malto e il cadamomo e frullare fino a quando non otterrete un composto molto spumoso. Versate in coppette singole e fate raffreddare per un paio d'ore prima di servire. Per velocizzare si può porre in frigo e poi tirare fuori 30 minuti prima di servire.

Castagnaccio
300 gr di farina di castagne
1 cucchiaio di malto
1 cucchiaio di pinoli
acqua q.b.
un pizzico di sale
olio
qualche ago di rosmarino

In una ciotola mescolare farina di castagne, malto e acqua fino a ottenere un composto simile a quello che si usa per fare le crespelle quindi abbastanza liquido ma non troppo. Far riposare per un'ora poi versare in una teglia ben oliata (lo strato deve essere sottile), decorare con i pinoli e il romarino. Cuocere in forno caldo a 200° fono a quando la superficie non si sarà increspata (10 minuti sono sufficienti). Non lasciatelo troppo nel forno o si trasformerà in una suola da scarpe. L'interno dovrà essere morbido.

venerdì, ottobre 21, 2005

Finger food: tortine di scarola e aceto balsamico



La torta di scarola è un classico della cucina italiana però non so quanto la mia ricetta sia canonicamente accettabile.
In occasione di un aperitivo (tragica usanza milanese ;-)) ne ho fatto una versione mignon utilizzando gli stampini di silicone per le crostatine. La pasta è una sorta di pasta per pizza veloce.
La scarola è una verdura amarognola tipica del Sud Italia, ma facilmente recuperabile sui banchi di molti mercati e supermercati, ottima con sapori agrodolci.

per 7/8 tortine:

300 gr di farina integrale
100 gr di manitoba
220 gr di acqua
1 cucchiaino raso di lievito secco
1 cucchiaio di olio extra vergine

1 scarola
2 cucchiai di aceto balsamico
1 cucchiaio di malto
1 cucchiaio di pinoli
2 acciughe sott'olio
1 cucchiaio di uvetta

Mescolate gli ingredienti per la pasta e mettete a riposare coperto in un luogo tiepido per un'ora.
Mondate la scarola, spezzetate le foglie con le mani e stufatela in una pentola in cui avrete messo a soffriggere le acciughe con uno spicchio di aglio e un cucchiao di olio. A metà cottura salate e aggiungete il malto, l'aceto, i pinoli e l'uvetta. Fate cuocere fino a quando la scarola sarà molto morbida.
Rivestite gli stampini con la pasta, mettete un cucchiaio si ripieno e chiudete con altra pasta. Fate un piccolo buco nel centro del coperchio di pasta per far uscire il vapore e cuocete per 10 minuti in forno caldo a 180°.

giovedì, ottobre 20, 2005

Cavolfiori e porri alle spezie



Ricetta velocissima e di effetto per le cene e pranzi dell'ultimo minuto....a patto ovviamente di avere nel frigo una qualsiasi verdura da gratinare.
La besciamella vegetale oppotunamente insaporita non è facilmente distinguibile da una besciamella tradizionale (ho ingannato alla grande più di un esperto) a meno che non amiate le salse burrosissime.
Anche la besciamella vegetale è calorica vista la presenza dell'olio, ma è più leggera e, parere personale, più adatta a verdure delicate come i cavolfiori, i porri o le paste e crespelle con il pesce perché non ne copre i sapori. Ancora più leggera se al posto del latte di soia si usa il brodo vegetale.
Meglio farla con la farina 0 che non con la farina integrale di cui si rischia di percepire la granulosità.

1 cavolfiore medio
2 porri
1/2 litro di latte di soia
2 cucchiai di farina 0
olio di mais o di extravergine poco saporito q.b.
1 cucchiaio di spezie macinate (noce moscata, cannella, cumino, fieno greco)
sale

Pulire e tagliare a cimette il cavolfiore e a pezzi lunghi un paio di centimetri il porro. Cuocerli a vapore e sistemarli in una pirofila da forno.
A parte bollire il latte di soia e mescolare in una ciotola la farina con tanto olio quanto basta a ottenere un composto cremoso. Al bollore del latte versare il composto di olio e farina e cuocere mescolando bene con una frusta per una decina di minuti in modo da ottenere una besciamella vellutata e non troppo solida.
Insaporire la salsa con sale e spezie e versarla sulla verdure.
Gratinare in forno per 10 minuti.

mercoledì, ottobre 19, 2005

How it all vegan



I libri di cucina vegana ben fatti e divertenti sono rari...e per lo più americani o inglesi. In Italia ancora si confonde ancora vegetariano con vegano e si cucina vegetariano inondando qualsiasi piatto di formaggio...oggi sono polemica ;-)) e lascio il discorso zucchero bianco/di canna e miele per un'altra volta.

Il libro di Tanya e Sarah "How it all vegan" è originale sia dal punto di vista grafico e sia da quello gastronomico. Fantastiche sono le loro foto in abitini fru fru e aria da signore bene dei film anni '50, con braccia completamente tatuate ben in vista (sarà questo che mi ha attirato? ;-))
Ottimi i loro patè e salse per le verdure che si possono trasformare in sughi per la pasta. Stesso discorso per seitan, tofu e tempeh. Mi è piaciuta la struttura del libro in pasti con attenzione particolare alla colazione. Questo fine settimana mi riprometto di provare i pancake senza uova e le crepes.

Ci sono inoltre ottimi consigli sul vivere vegano ovvero senza far male agli animali anche nel vestire e nell'uso dei cosmetici, anche se io certe pappine in faccia non me le metto, piuttosto le mangio.

lunedì, ottobre 17, 2005

Muffin di carote e lime



In una domenica pigrissima e con poca voglia di cucinare sono riuscita a sformare solo i muffin alle carote. Versione pic nic o colazione della torta alle carote (i muffin si conservano a lungo in scatola di latta) con una variante di spezie e lime.

2 tazze di farina (1 integrale/1 manitoba)
2 tazze di carote tritate
1 tazza di nocciole tritate
1/2 tazza di olio di mais
1/2 tazza di sciroppo d'acero o malto di mais
1/2 tazza di succo di mela
3 cucchiai di succo di lime
1 cucchiaio tra cardamomo e cannella in polvere
1 cucchiaio di buccia di lime
1 cucchiaio di cremor tartaro (o lievito)

Come per i muffin, mescolate in due ciotole differenti gli ngredienti secchi e gli ingredienti liquidi, poi uniteli mescolando pochissimo. Versate l'impasto in pirottini monoporzione e cuocete in forno già caldo a 180° per 30 minuti.
Volendo si può omettere il lime (mettete però l'equivalente di liquido in succo di limone o di mela) e mettere al centro di ogni muffin un pezzettino di cioccolato fondente.

venerdì, ottobre 14, 2005

Peperoni sotto aceto



Continua la serie delle conserve...alcune poco macrobiotiche, ma si spera che non ci si divori interi barattoli di peperoni.
Questi peperoni sono nati per caso grazie a un acquisto di peperoni di Carmagnola, gli ultimi della stagione e sono un mix di varie ricette. Come al solito mi piace l'idea di conservarmi piccoli sprazzi di sole per i giorni grigi dell'inverno.
L'aceto utilizzato deve essere un buon aceto di vino e ricordate che è un ottimo stimolate per un fegato sofferente (in piccole quantità, ovvio ;-)), organo da tenere sotto controllo soprattutto in autunno e in primavera quando i cambi di stagione possono metterlo sotto pressione con conseguenti problemi di pelle, rigidità muscolare e cattivo umore.

1 kg di peperoni
2 cucchiai di capperi dissalati
1 cucchiaino di pepe rosa
2 cucchiai di malto di riso
250 ml di aceto bianco
250 ml di aceto rosso

Pulire i peperoni, tagliarli a striscioline e scottarli per 2 secondi in aceto bianco. Metterli ad asciugare. A parte bollire il mix di aceti con il pepe rosa e il malto per 5 minuti e poi far intiepidire.
Riempire dei vasetti sterilizzati e caldi con i peperoni e i capperi e coprire con l'aceto. Chiudere con capsule nuove e sterilizzate e mettere a testa in giù in modo che si formi il sottovuoto.
Aspettare almeno un mese prima di consumarli.

giovedì, ottobre 13, 2005

Pasta, ceci e alghe



Un accostamento ardito per un piatto molto tradizionale... ho messo un misto di alghe non troppo "marine" come dulse e nori per non coprire il sapore dei ceci.
La pasta usata sono gli spaghetti del pastificio Faella di cui avevo già parlato tempo fa: sono spettacolari, ruvidissimi e impacchettati a mano tanto che aprendoli ne è uscita la farina (quando mai capita con la pasta del supermercato??)
Per le alghe vi consiglio di mettere in un mixer perfettamente asciutto un foglio di nori tostata e un paio di dulse e di ridurle in polvere.

300 gr di ceci secchi
1 cipolla rossa media
2 tazze di brodo vegetale
100 gr di spaghetti
2 cucchiai di alghe miste tritate
sale

Mette a bagno i ceci la sera prima in acqua con un pezzetto di alga kombu. La mattina o il pomeriggio buttate l'acqua, togliete la kombu e mettetela ad asciugare (si può riutilizzare almeno un altro paio di volte). Coprite i ceci dia cqua fredda e fateli cuocere in pentola a pressione per 30 minuti.
Tagliate a velo la cipolla e soffriggetela in un cucchiaio d'olio e due si acqua. Unite i ceci cotti, il brodo vegetale e fate cuocere per una ventina di minuti. Togliete un paio di mestoli di ceci, frullate il resto e rimettete i ceci interi nella pentola. A questo punto calate gli spaghetti spezzati e cuocere per ancora 10 minuti. Servite la minestra spolverata di alghe tritate e un pochino di pepe bianco.

Macroconsiglio
Le alghe sono perfette in un periodo come quello autunnale, aiutano pelle e capelli a rinforzarsi e i reni a proteggersi dall'arrivo del freddo invernale.
Le alghe sono piccoli miracoli biologici: ricche in oligo elementi quali ferro, potassio, magnesio e in proteine andrebbero consumate in piccole dosi tutti i giorni soprattutto se si segue un regime alimentare vegano o se si è anemici. Inoltre aiutano a stimolare il metabolismo e a sciogliere i grassi derivanti dai latticini.
Le dulse sono alghe europee coltivate da secoli in Bretagna e in Scozia tanto che la cucina tradizionale di queste regioni prevede l'uso di alghe ad esempio per condire il porridge .
Hanno un gusto dolce e meno deciso rispetto a hijiki o alla kombu stessa e sono molto ricche in ferro e in proteine così come le nori. Queste ultime sono usate sia per fare il sushi sia ridotte in polvere per condire il riso.
Sono tutte acquistabili nei negozi di alimenti biologici.

mercoledì, ottobre 12, 2005

Zucca al forno



Nuova variazione sulla zucca...si vede che è uno dei miei cibi preferiti? e ancora devo fare gnocchi e tortelli...ma per quelli mi serve una domenica a disposizione ;-)
Come già detto è la verdura perfetta per l'autunno, dolce e solare, perfetta per rilassare stomaco e plesso solare.
Ha la dote di essere utilizzata per un intero menù e in più quest'anno le zucche sono particolarmente dolci grazie all'alternarsi di caldo e pioggia che ci ha tormentato durante l'estate.

500 gr di zucca
3 cucchiai di olio di mais o di olio extravergine leggero
1 cucchiaio di rosmarino fresco tritato
1 cucchiaino di semi di coriandolo e finocchio
sale

Pulire la zucca e tagliarla a quadrotti. In una ciotola mescolare olio, sale, rosmarino e coriandolo e finocchio macinati. Mescolarvi la zucca in modo che la miscela la impregni per bene e poi mettere i quadrotti su una teglia ricoperta di carta forno. Cuocere in forno caldo a 180° per 20 minuti.

Macrotrucco
Nel macinino insieme a coriandolo e finocchio ho messo anche un cucchiaino di te oolong...ottimo profumo e interessante sapore.

martedì, ottobre 11, 2005

Broccoli al sesamo



Verdura anti-cancro per eccellenza, il broccolo da parte della grande famiglia dei cavoli spesso non amato dagli italiani che hanno l'abitudine (ancora viva in molti ristoranti) di stracuocerlo portandolo da un colore verde vivo a un terribile verde marcio. Buonissimo nella pasta, è una verdura che può essere usata per torte salate, pinzimoni o accompagnamenti a risi lunghi tipo basmati. L'importante è, lasciando integre le cimette e tagliando il gambo a pezzi piccoli, cuocere i broccoli per non più di 10 minuti in modo che rimangano croccanti....in caso contrario tutte le vitamine se ne andranno nell'acqua.

450 gr di broccoli
1 cipolla media
1 cucchiaio di zenzero fresco grattuggiato
100 ml di brodo vegetale
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di aceto di riso
1 cucchiaio di semi di sesamo tostati a secco
3 cucchiai di olio di sesamo

Pulite i broccoli e tagliate a velo la cipolla. Versate l'olio nel wok già caldo e poi cuocetevi la cipolla e lo zenzero per qualche minuto. Aggiungete le cimette di broccolo e fatele saltare, poiversate il brodo vegetale, la soia e l'aceto di riso e fate cuocere per una decina di minuti. Ottimo accompagnato da un riso basmati cotto a vapore con qualche seme di coriandolo.

lunedì, ottobre 10, 2005

Il sauté di vongole



Non è molto autunnale, ma sabato la temperatura era piacevole e preludeva a una domenica di sole, quindi zuppa di vongole con gli ultimi pomodorini della stagione.
Mi piacciono i mitili più dei pesci grossi, sarà perché sanno di sale e di spiaggia e il loro odore è meno persistente o forse perché mi piacciono i loro scrigni....
Un consiglio: preferite le arselle o le vongole piccine rispetto alle veraci che sono di solito meno saporite.

1 kg di arselle
15 pomodorini
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco secco
4 cucchiai d'olio
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1 peperoncino
1 stecca di cannella
sale

Mettete le vongole a bagno in acqua fresca corrente (o cambiate l'acqua due o tre volte ) per almeno 4 ore in modo che spurghino la sabbia.
Preparate un sugo mettendo a soffriggere lo spicchio d'aglio e la cannella nell'olio e versandovi i pomodorini che avrete pelato e privato dei semi. Cuocete il tutto per 15 minuti, salate, togliete la cannella e mettete da parte.
In una pentola d'acciaio mettete le vongole e ponetela sul un fuoco alto, versate il vino, chiudete con un coperchio e scuotete leggermente in modo che le vongole si aprano nel giro di 5/8 minuti.
A questo punto togliete le vongole dalla pentola e filtrate il liquido che sarà rimasto; nella pentola versate il sugo preparato, 1 bicchiere del liquido filtrato e le vongole. Fate cuocer per altri 5 minuti e cospargete di prezzemolo.
Servite caldo con fette di pane tostato strofinate d'aglio.

venerdì, ottobre 07, 2005

My little kitchen



Sigrid ha chiesto ai fod-blogger di presentare la propria cucina, l'antro delle meraviglie e delle sperimentazioni. Il luogo dove, in teoria, dovremmo passare più tempo...per me una casa gira intorno alla cucina (sogno quelle cucina con tanto di divano e piante in un angolo, lo so è terribile...)

La cucina


Ecco qui la mia cucina o meglio quella dove passo più tempo perché essendo una provinciale costretta a vivere a Milano continuo a mantenere una casa in un'altra città dove trascorro ormai solo i fine settimana.
Questa è la mia cucina milanese, non piccolissima, dotata di balcone e di un tavolo gigante dove ho l'abitudine di appoggiare di tutto...pochi i pensili cosa che limita al momento i miei acquisti in pentole ;-) Mi piace perché è giallina e ha la fortuna di dare su un silenziosissimo cortile della Milano vecchia consentendo un risveglio delicato in una città a dir poco fracassona.

Lo scheletro nell'armadio


Più che armadio questo è lo schelotro sempre visibile e soggetto perenne di battute, critiche e commenti...la zona del te e tralascio quello delle teiere e delle scatole (più di 150) che sono sparse in due provincie.
Stamattina ho contato 14 tipi differenti dovuti alla passione, ai viaggi (Mariage frères) e alla rete (Adagio teas) . Ho comunque la fissa dei contenitori in metallo e in vetro: quanto mi piacciono i barattoloni Ikea...
Il te riesco a berlo tutto, non va a male, non fa le bestiole e mi piace avere tanta scelta ;-)

L'elettrodomestico

Sono sempre stata convinta sostenitrice del "bisogna saper far tutto a mano" e lo sono ancora (ho frequentato cucine dove la modernità arrivava al massimo ai coltelli...) e il mio massimo per anni è stato il Minipimer. Quest'anno ho ceduto e mi sono fatta regalare il mega elettrodomestico ovvero il Bimby, oggettino che cuoce, impasta, frulla, miscela...in effetti per i patè è unico, idem per le vellutate (che cuoci nella medesima pentola in cui frulli), mi consente di triturare cose durissime come il macis, la cannella e di fare in casa le farine di riso e farro. Me ne sono innamorata...

La pentola

E' il mio wok di ghisa che staziona fisso sui fuochi e con il quale faccio di tutto dai fritti alle verdure saltate alla pasta. A chi usa quelli in metallo leggeri consiglio vivamente di procurarsene uno così, se vi piaccionoi wok la differenza sarà abissale.

La dispensa

Questo è il mio cassetto preferito...spezie di ogni tipo, alghe, germe di grano, lievito in scaglie, addensanti naturali, preparati giapponesi per riso. Insomma tutto quello che mi porto a casa dai viaggi (anche solo nei supermercati etnici).

Passo la palla alle mie tre BBM2 ovvero:

Samantha
Laurence
Maria

con a seguire spiegazione in inglese (grazie Sigrid ;-))


My little kitchen

Five questions about your kitchen, a place where you're presumed to spend quite a bit of time...

1) Show us your kitchen ( a picture) and tell us what is it about this place that reflects your own personnality.
2) Open a cupboard (the one you feel to open), take a picture and tell us what we see.
3) Present us your favorite kitchen-based electrodomestic tool.
4) Take out the ingredients you like the most, the ones you always keep stored.
5) My little steel friend: present us to your favorite cooking/baking receipient.

La disfida delle marmellate



Questa volta lo zampino ce lo ha messo proprio Pepe Rosso chiedendo per la disfida "le marmellate" che nella loro formula tradizionale (peso quasi uguale di zucchero e frutta) sono molto lontane dalla macrobiotica.

Cavoletto ha finalmente svelato i segreti della sua marmellata di fichi e io, in una domenica a dir poco uggiosa, ho sperimentato una marmellata, forse più una composta, di mele, zenzero e zucca speziata. Il colore è spettacolare, ma provatela: la mattina su una fetta di pane spalmata di tahin non è niente male.

giovedì, ottobre 06, 2005

La mia pasta madre



Ho intitolato il post la mia pasta madre perché ne esistono differenti ricette e la mia è un miscuglio di almeno tre o quattro...due corsi di panificazione e una serie di consigli in rete ;-))
In foto però si nota quanto è arzilla...
Esistono comunque libri e siti interi sull'argomento, io mi limito a fare un pane buono (dicono) e a conservare il mio "blob" da più di due anni con successo!

Per fare la pasta madre o pasta acida armatevi di pazienza e fede e soprattutto non demordete al primo tentativo fallito. Tenete però presente che crea dipendenza ovvero una volta fatta non potrete abbandonarla per più di cinque giorni pena carattere acidissimo, coma (niente lievitazione) spesso morte... dona però ottimo pane quando in forma. Io la porto in ferie...

Premessa
Usate solo farina di grano: integrale, semiintegrale o bianca è a vostro gusto; tenete presente che se totalmente integrale non lieviterà moltissimo e il pane somiglierà molto ai pani tedeschi un po' pesanti.
Tagliate la farina con la manitoba che è una farina di forza e all'inizio darà una mano alla pasta madre a lievitare.
Temperatura: la pasta va messa a fermentare almeno 27° (tassativo), il consiglio è di avvolgere la ciotola in una coperta di lana e ficcarla in un armadio lontano dalle correnti.
L'acqua deve essere tiepida e filtrata (il calcare blocca la lievitazione)
Rispettate i tempi, se accellerate non viene...
Iniziate questo lavoro di giovedì sera così avrete il fine settimana per dare vita alla vostra pasta madre, le fasi sono 6 e poi potrete provare a fare il vostro pane...io tornavo dal lavoro a metà giornata per lavorarla e non ve lo consiglio!

1 fase
250 gr di farina (1/2 integrale 1/2 manitoba)
1 dl acqua
1 cucchiaio di miele
Mescolate in una ciotola di vetro (mai plastica) coprite e lasciate fermentare per 24 ore (farà le bolle e odorerà di acido)
2 fase
250 gr di pasta
200 gr di farina
1,2 dl di acqua
Mescolate, togliete 250 gr di pasta e buttatela (vi devono rimanere sempre e solo 250 gr di prodotto), il resto va nella ciotola a fermentare per altre 16 ore
3 fase
250 gr di pasta
200 gr di farina
1,2 dl di acqua
Mescolate, togliete 250 gr di pasta e buttatela (vi devono rimanere sempre e solo 250 gr di prodotto), il resto va nella ciotola a fermentare per altre 12 ore

4 fase
250 gr di pasta
200 gr di farina
1,2 dl di acqua
Mescolate, togliete 250 gr di pasta e buttatela (vi devono rimanere sempre e solo 250 gr di prodotto), il resto va nella ciotola a fermentare per altre 8 ore

5 fase
250 gr di pasta
200 gr di farina
1,2 dl di acqua
Mescolate, togliete 250 gr di pasta e buttatela (vi devono rimanere sempre e solo 250 gr di prodotto), il resto va nella ciotola a fermentare per altre 6 ore

6 fase
250 gr di pasta
200 gr di farina
1,2 dl di acqua
Mescolate, togliete 250 gr di pasta e buttatela (vi devono rimanere sempre e solo 250 gr di prodotto), il resto va nella ciotola a fermentare per altre 4 ore


A questo punto avrete la vostra pasta madre e va conservata in una ciotola di vetro con coperchio (perfette quelle da forno) in frigo.
Per fare il pane di solito uso 150 gr di pasta su 600 gr di farina.
Se la pasta è arzilla e adatta alla panificazione lo noterete dal fatto che la pasta fuori dal frigo in due o tre ore raddoppierà di volume.

La pasta madre va rinfrescata almeno due/tre volte prima di fare il pane e sempre almeno una volta alla settimana se no muore o diventa acidissima dando al pane un gusto terribile.

Rinfreschi:
250 gr di pasta
125 gr di acqua tiepida e filtrata
250 di farina

Mescolate, impastate velocemente. Metà lo usate per il pane (o lo buttate) e metà lo lasciate lievitare per due/tre ore coperto e poi in frigo.
Periodicamente rinfrescate con solo manitoba e aggiungendo un cucchiaino di miele in modo da dare una sferzata di vita ai fermenti.

Per le ricette attendete il fine settimana ;-))

mercoledì, ottobre 05, 2005

BBM2



Da qualche mese girano nella blogosfera iniziative meravigliose come il Blogging by Mail. Inventato da Nic di Bakinsheet, BBM vuole far conoscere tra loro i food blogger di tutto il mondo non solo attraverso i post: e allora perché non spedirsi cibo "vero" con annesse istruzioni e descrizioni?
Io ho mancato il primo per poco e mi sono iscritta ad agosto al secondo, questa volta ospitato sul blog di Samantha: dopo poco ho ricevuto le istruzioni su cosa spedire, a chi e quando...a me è toccata Laurence di Princeton e ho ricevuto da Maria di Uppsala.

Lunedì è così comparso nel mio ufficio un pacchetto profumatissimo contenente una selezione di specialità svedesi quasi tutte "fatte in casa" da Maria: un barattolo di marmellata di fragole e rabarbaro (cosa difficile da trovare in Italia), fragole e funghi essiccati, il green tiger tea e una confezione di zuppa di mirtilli e tante caramelle. E soprattutto una lunga lettera di Maria che mi spiegava ogni cosa: i funghi sono stati raccolti e seccati da lei, la zuppa è un coso ipercalorico che vien dato agli sciatori durante le gare (ups...), il rabarbaro vien dai boschi vicino casa...

Non so ma riempie il cuore di gioia ricevere doni così "pensati" da una persona che non si è mai vista!
Da qualche settimana è nato anche l'Euro bloggin by mail..al prossimo giro mi ci iscrivo!

lunedì, ottobre 03, 2005

Persico e lenticchie



La macrobiotica prevede il pesce... e questo salva la mia vita sociale e privata.
Si prediligono pesci a carne bianca e magra come il persico che ho trovato sul banco del mercato sabato mattina. Delicatissimo pesce di lago, viene di solito fritto e messo in marinatura con cipolla e aceto. Ho preferito qualcosa di meno pesante ma altrettanto saporito, sperimentandolo in abbinamento "ardito" ;-)) con le lenticchie di castelluccio e dadolata di verdure.

2 filetti di persico
150 gr di lenticchie di castelluccio
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
2 carote
2 zucchine
2 scalogni
4 cucchiai di olio
2 cucchiai di vino bianco secco
10 grano di pepe rosa
sale

Cuocete le lenticchie (non hanno bisogno di ammollo, ma diffidate delle imitazioni, quelle vere sono costose) con uno spicchio d'aglio e un rametto di rosmarino e acqua a coprire fino a quando non saranno tenere ma non disfatte.
Tagliate i filetti di persico per il lungo, infilzateli su spiedini di legno e metteteli a marinare per un paio d'ore in una miscela fatta di 2 cucchiai di olio, vino bianco e pepe rosa.
Affettate a velo gli scalogni, soffriggeteli nell'olio rimasto fino a quando non sono trasparenti poi aggiungete le verdure tagliate a dadini, coprite e cuocete per 15 minuti. A questo punto aggiungete le lenticchie, salate e fate saltare ancora per qualche minuto.
Scaldate il forno a 180°, mettete i filetti in una pirofila, bagnateli con la marinatura e cuoceteli per 10 minuti.
Impiattate il persico e le verdure velando con la marinatura rimasta.