giovedì, febbraio 23, 2006

Calamaro ripieno di se stesso



Sto per partire per una quattro giorni a Barcellona dove gironzolerò godendomi Gaudì, Mirò e il mare, oltre a un buon numero di ristoranti (ho già una lista di vegani ;-D) e di spacciatori di tapas...e quindi un piatto da fine settimana.
I calamari mi piacciono un sacco anche se ho passato anni a far confusione con le seppie, con i pecivendoli disperati che mi chiedevano "mica le vuol far ripiene"...purtroppo vengo da una famiglia che non ha il pesce nel proprio dna (semmai le rane...) e ho imparato tutto per i fatti miei facendo dei disastri inenarrabili ;-DD
Io ho fatto il ripieno a crudo perchè ho non impazzisco per le doppie cotture che rischiano sovente di indurire il pesce.

3 calamari medi
3 fette di pane integrale
3 cucchiai di fiocchi d'avena piccoli
4 cucchiai di latte di soia non zuccherato
3 cucchiai di olio extra vergine toscano
1 manciata di prezzemolo tritato
1 cucchiaino di succo di zenzero
1 cucchiaio di salsa di soia
pepe bianco

Pulite i calamari: staccate i tentacoli e l'occhio, estraete le interiora, sciacquate bene (contengono molta sabbia), staccate la pelle e le alette. Dal gruppo dei tentacoli togliete gli occhi, rigirate ed estraete il dente, sciacquate bene sotto l'acqua. Tagliate a pezzettini piccoli i tentacoli e le alette e mettetele in una grossa ciotola.
Mettete a bagno nel latte le fette di pane togliendo loro la crosta, strizzatele bene, rompetele con le mani e mischiatele ai tentacoli tagliuzzati, ai fiocchi di avena (se non li avete aumentate il pane o sostituiteli con il pane grattuggiato), al prezzemolo tritato. Aggiungete la salsa di soia e l'olio fino a ottenere un composto morbido ma non bagnato. Di solito per non eccedere con l'olio, metto un pochino di latte di soia o di acqua. Aggiungete il succo di zenzero, salate e pepate.
Riempite i calamari (non troppo altrimenti esplodono), chiudeteli con uno stecchino e metteteli in una pirofila legermente unta, cospargeteli con il ripieno avanzato o con un pochino di pane grattato mescolato a olio e prezzemolo e cuoceteli in forno per una ventina di minuti a 180°. Sono cotti quando la forchetta entra senza fatica. Posso anche essere cotti in padella.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Orecchiette fresche, Pianogrillo e cimette



Orecchiette fresche e fatte a mano dalla mamma di un'amica!!!!!
Uno dei regali più belli della scorsa settimana. Son diventate la nota di colore in una serie di giornate bigissime.
Di solito cerco di mangiare pasta integrale, ma trovarla veramente buona e che non sappia vagamente di truciolo è difficile; le orecchiette fatte a mano sono una botta di energia vitale notevole perché (sorridete pure ma io ci credo) contengono l'affetto di chi ha pensato anche a me nel farle ;-))) Questo non vuol dire che ci si debba strafogare di bignè, chiacchiere o pasta ai quatto formaggi sol perchè fatte con amore....a volte l'amore uccide!!! ;-D

E così le ho unite alle cime di rapa e a qualcuno dei miei pomodori secchi e all'olio di un caro amico, il quale a volte minaccia di mandar tutto a carte quarantotto sol perché stupide e assurde leggi europee non obbligano a metter l'origine ;-) ....niente foto della lattina (continuo a dirlo....se l'olio non fosse spettacolare varrebbe la pena solo per la confezione). Per chi fosse interessato può chiederlo al produttore oppure a Milano andare da Peck o in santuari simili.

300 gr di orecchiette fresche
250 gr di cime di rapa pulite
6 pomodori secchi
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva tonda iblea (Pianogrillo)
1 grosso spicchio di aglio
1 peperoncino secco
1 cucchiaio di pane grattuggiato
sale

Scottate le cime di rapa per pochi secondi in acqua bollente salata, scolarle (tenendo l'acqua), strizzatele e saltatele in una pentola larga in cui avrete messo a scaldare l'olio, l'aglio, il peperoncino e i pomodori secchi tagliati a pezzettini.
Cuocete le orecchiette nell'acqua in cui avete cotto le cime di rapa, scolatele molto al dente e ripassatele in padella per almeno 3/4 minuti dopo averle cosparse di pane grattuggiato.

lunedì, febbraio 20, 2006

Pane con patate e rosmarino



La domenica, soprattutto se piove a dirotto come ieri, si fa il pane!
Questa volta però ho lasciato tranquillo il lievito madre limitandomi a rinfrescarlo e ho usato il lievito di birra e soprattutto le patate. L'ispirazione è venuta da Pane e companatico, libro con belle immagini e fonte di ottime idee. l

L'introduzione è ben curata da Piergiorgio Giorilli (penso ;-)) e accosta poi ogni pane a un antipasto, un primo o a un secondo con tanto di ricetta. Le ricette dei pani però sono per esperti: le dosi e le spiegazioni sono spesso approssimative. Un esempio è questo pane: bisognerebbe dire che le patate tendono a rendere appiccicosa la pasta, che la dose di farina è indicativa, che la pasta va fatta lievitare coperta altrimenti si secca, che cuocere a vapore non vuol dir nulla.... un principiante avrebbe qualche problema a usare un testo del genere.
Fatto lo slalom fra questi problemi e aver dimezzato la dose di lievito, il risultato è stato un pane profumatissimo, soffice all'interno e con una bella crosticina croccante.
Le dosi sono per tre filoncini.

200 gr di farina integrale
100 gr di farina 0
150 gr di semola di grano duro
120 gr di patate rosse bollite
250 ml di acqua
1 cucchiaio di rosmarino tritato fine
10 gr di lievito di birra fresco

Sciogliete il lievito di birra in due dita di acqua tiepida, aspettate che faccia la schiuma (così vedete se è attivo sul serio) e poi aggiungetelo alle farine precedentemente miscelate. Schiacciate le patate con lo schiaacciapatate e impastate aggiungendo poco per volta l'acqua, il sale e il rosmarino. Lavorate per una decina di minuti, unendo farina se l'impasto risultasse troppo molle. Fate una palla e lasciate lievitare coperto in luogo tiepido per 40 minuti. Riprendete l'impasto, formate velocemente tre filoncini, infarinate per bene una teglia, poggiateci i filoncini e lasciate riposare per 10 minuti. Voltateli delicatamente e lasciate lievitare fino al raddoppio coperti da uno strofinaccio. Scaldate il forno a 200° e cuocetevi i filoni per una ventina di minuti. Lasciate raffreddare su una gratella. Si congelano molto bene.

venerdì, febbraio 17, 2006

Insalata di ceci



Forse sento la primavera in anticipo o forse è solo un periodo esagerato di pranzi e cene fuori casa che quando finalmente mi ritrovo nella mia cucina ho una gran voglia di cose dai sapori molto netti.
Ieri sera dopo aver provato i noodle di Eling evitando di mettere il glutammato monosodico in dotazione e sostituendolo con il dado fatto in casa (;-))) le ho abbinato un'insalata tiepida di ceci.
I legumi sono una fonte determinante di proteine nobili (e chiunque sostenga che sono più nobili quele della carne o dei formaggi dovrebbe aggiornarsi....) per tutti e non solo per i vegani; la loro digeribilità dipende molte volte dalla presenza o meno della buccia che si può togliere o passare al setaccio.
I prediligo i legumi secchi al postodi quelli in scatola, ai quali cedo soprattutto nella preparazione di salse come l'hummus.

200 gr di ceci secchi
1 pezzetto di kombu
2 cucchiai di olio
2 cucchiai di acqua
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchia di aceto di riso o di mele
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
qualche foglia di rosmarino tritata
sale

Mettete in ammollo in acqua fredda i ceci 10 ore prima insieme alla kombu.
Cuoceteli in pentola a pressione per una ventina di minuti a partire dal fischio.
In una ciotolina preparate un'emulsione con gli altri ingredienti, condite i ceci e servite appena tiepidi.

mercoledì, febbraio 15, 2006

Il BBM5

Ovvero "sono una cuoca (anche donna) fortunata..." con musica del temibile Jovanotti.... ma ieri mattina quando ho visto cosa c'era sulla scrivania dell'ufficio ed essendo solissima mi sono messa a canticchiare mentre scartocciavo.
I BBM mi entusiasmano non poco e dovreste saperlo; mi diverte un sacco pensare a cosa mandare a una persona che conosco solo attraverso le immagini di un blog e mi piace ricevere il pensiero di qualcuno che non conosco per nulla ;-) Mi piace quando vedo realizzarsi quello che tecnicamente si chiama "economia del dono"!

Il BBM5 è nato da un'idea di .... di unire cibo e musica e spero che il mio pacchettino sia arrivato a Hong Kong tutto intero.

Ho ricevuto in questi mesi cibi, oggetti e pensieri meravigliosi, sono passata per mezza Europa ma il pacco di Eling li supera tutti.
Eling ha 27 anni, vive in una cittadina vicino a Boston e fa la designer di gioielli; di origine taiwanese ha deciso di spedirmi le musiche del suo matrimonio e tutti i cibi che le ricordano l'infanzia. Il tutto accompagnato da una lettera lunga, piena di descrizioni e ricordi....e ogni regalo spiegato per benino.

Ed ecco cosa è arrivato (se penso che si è persino scusata di non aver potuto mandarmi tutto quello che avrebbe voluto....):

Noodles di tre tipi
Pare che i noodles istantanei siano una delle basi della dieta asiatica; ne esistono entinaia di tipi differenti e io con questi mi sfogherò alquanto.
Genmai Cha
E' uno dei miei te giapponesi preferiti: te verde e riso tostato. Una ricetta nata dalla povertà e dalla difficoltà per alcuni ceti sociali di acquistare il te verde, questo veniva mischiato con cereali tostati. Fare questa miscela divenne poi un'arte. a un sapore e un profumo molto particolari, ed è perfetto la sera dopo cena. Da Eling ho scoperto essere un te molto diffuso anche a Taiwan
Gomme da masticare miste e gomme all'arancio/Caramelle ai semi di loto
Entrambe giapponesi e ricordo di quando Eling andava a trovare i suoi nonni a Taiwan. Una dose di zucchero notevole....

Alghe Nori
Sono parte integrante della cucina di Taiwan che è fortemente influenzata dal Giappone e quale miglior dono per una macrobiotica...tar l'altro stavo per comprarle!!!
Dolcetti all'ananas
Un'altra botta di zuccheri, ma tipici di Taiwan e prodotti a quintali dalle numerose pasticcerie. L'ananas è il più tradizionale ma vengono fatti anche con mango, papaia, frutto della passione (negli USA si trova solo l'ananas...;-))
Men's Pocky
Sono simili ai nostri Mikado e sono giapponesi. La cosa divertente è che si chiamano Men's solo i bastoncini al cioccolato amaro come se fossero gli uomini a essere amari...un gioco di parole molto giapponese ;-))) La confesione è fighissima tanto che è la cover anche del CD.
Caramelle allo sciroppo d'acero
Questa è l'unica cosa del New England che Eling mi ha mandato...mi dispiace quali assaggiarle visto che sono a forma di foglia d'acero. Non credo che sopravviveranno a lungo....

Torta ai semi di sesamo
E' quella che chiamo il croccante di sesamo: è uno dolce cinese ed era una delle golosità che divideva con il nonno.
Gli orecchini
Sono bellissimi, di madreperla, disegnati e realizzati da Eling. Il suo negozio si chiama Traveling Rinhos, la grafica è molto semplice, pulita e di effetto e vi consiglio un giretto sul suo sito.
Ne metterò uno all'orecchio libero dal piercing....


Ho già scaricato tutte le canzoni del CD sull'MP3 e ora me ne andrò a casa a godermi tutti questi doni. YEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!

martedì, febbraio 14, 2006

Pacchi e Meme

Son come San Tommaso...prima di parlarne dovevo provare!!
Un paio di settimane fa
San Lorenzo tramite Antonio Tombolini promise di inviare a tutti foodblogger con più di sei mesi di esistenza un pacco prova di trofie e pesto ligure "original".
Beh, stamattina sulla mia scrivania troneggiava questo:



Fantastico! un pacco di trofie e una confezione di pesto avvolte in chips di imballaggio biodegradabili corredati di elegantissimo catalogo di prodotti (peccato che metà delle cose non siano di mio macrobiotico gusto ;-)).
Sul pesto mi affiderò al parere della "famiglia" mentre sulle trofie vi saprò dire se reggeranno un confronto macrobiotico ;-D. Grazie a San Lorenzo comunque!!!! E se non lo avete ancora fatto...precipitatevi!

I meme sono una cosa che mi fa impazzire...ne ho in standby almeno due (lo so, elisa uno è tuo) ma sono di lenta elucubrazione. Questo invece è facile e vuol esser il mio unico obolo a una festa che non amo per nulla: San Valentino.
Doveva esser le sette canzoni ma preferisco mutarlo in le sette musiche, selezionate dalla playlist del mio MP3

Le mie sette musiche della vita o meglio del mio MP3 (ora e adesso)

More than words (Extreme)
Le nozze di Figaro (Mozart- le arie di Cherubino in particolare)
Via con me (Paolo Conte)
The promise (Tracey Chapman)
My funny valentine (Chet Baker)
Under my skin (Sinatra)
Concerto per clarinetto K 622 (sempre Mozart)

Grazie al
cuochino felice per averlo passato....ora sono affari di daniela, elisa, cannella e fiore!
Buon San Valentino!

lunedì, febbraio 13, 2006

Burger di lenticchie e sourcream



I burger vegani sono un debole che mi porto dietro dal mio primo soggiorno a Londra quando andai a pranzo all'Hard Rock Cafe e tra le risate delle mie amiche giapponesi mi divorai l'enorme " panino di Linda", creato dalla moglie di Paul McCartney nota vegetariana e autrice di libri sull'argomento. Esser vegetariani in Italia agli inizi degli anni '90 era tutt'altro che semplice e Londra mi aprì un mondo di prodotti e ricette infinito...vero che poi tornai a mangiar carne per poi abbandonarla definitivamente cinque anni fa.
Ci sono buoni prodotti surgelati, ma di solito sono ricchi in olio e in zuccheri (sì, mettono lo zucchero pure lì come conservante e insaporitore). Farli in casa è molto semplice e si possono variare i legumi.

Le lenticchie rosse sono l'ideale sia perchè si cuociono in pochissimo tempo e senza ammollo sia perché danno un colore allegro ai burger.
La vegan sourcream è una delle salse di accompagnamento perfetta in quanto ha una nota di acidità utile quando la cottura è con olio. Questa è la versione, variata, del Candle Cafè di New York.

Burger
2 tazze di lenticchie rosse
1 e 1/2 tazza di acqua
1/2 tazza di fiocchi d'avena
1/2 tazza di pane secco integrale
3/4 di tazza di germe di grano
2 scalogni
2 cucchiai di prezzemolo o coriandolo fresco e tritato
2 cucchiai di olio di sesamo
sale
pepe

Sourcream
1 confezione di tofu
2 cucchiaini di succo di lime
2 cucchiaini di succo di limone
1 cucchiaino di agar agar
1 cucchiaio di erba cipollina tritata
1 cucchiaino di porro (parte verde) tagliato sottile
4 cucchiai di olio di oliva extravergine leggero
1/2 spicchio d'aglio
1 pizzico di sale

Cuocete le lenticchie nell'acqua non salata fino a quando non saranno disfatte e abbastanza asciutte. Fatele raffreddare. A parte frullate i fiocchi d'avena, il pane secco e il germe di grano (meno un paio di cucchiai che serviranno come impanatura). In una grossa ciotola mettete le lenticchie, la miscela di avena, pane e germe di grano, 1 cucchiaio di olio e il prezzemolo, mischiate con le mani fino a ottenere la consistenza di un polpettone. Assaggiate, aggiustate di sale e pepe e fate 4 burger che passerete nel germe di grano. In una padella scaldate il resto dell'olio e cuocete i burger (devono avere una bella crosticina ;-)).
A parte preparate la sourcream: in una ciotola sciogliete l'agar agar con il succo di limone e lime. Cuocete il tofu per 5 minuti in acqua bollente e dopo averlo fatto raffreddare mettetelo in un mixer con il succo dei limoni, l'agar, l'aglio, l'olio, il sale e frullate fino a ottenere una salsa liscia e vellutata. Unite il porro e il cipollotto e servitela insieme ai burger.

Macroconsiglio
In questi giorni l'inquinamento atmosferico (e non solo a Milano) ha raggiunto livelli molto alti e per questo è importante evitare cibi che possono appesantire ulteriormente gli organi di espulsione come polmoni, fegato, intestino e reni. E' il momento migliore per introdurre cibi che possono aiutare ad rafforzare questi organi. Il germe di grano può essere di grande aiuto.
E' infatti la parte più vitale del chicco del grano, ricca di vitamina E e di sali minerali. Il germe di grano ha un interessante potente antiossidante naturale. Favorisce il rinnovamento delle cellule della pelle, rinforza capelli e unghie, aumenta l' elasticità dei tessuti venosi e arteriosi e favorisce il regolare funzionamento dell'intestino. Si può assumere sotto forma di fiocchi, olio o capsule gelatinose.

venerdì, febbraio 10, 2006

Un classico: la mousse au chocolat



In questi giorni ho pochissimo tempo da dedicare alla cucina e così mi lancio su cose che non mi tradiscono mai.
Questa è una mia pièce de resistance che mi dà sempre grandi soddisfazioni ed è uno dei miei confort food. Anche i macrobiotici hanno bisogno di coccole ;-))
Una mousse senza uova e panna può suonare un abominio ma questa è proprio buona, nel tempo ha subito numerose variazioni e qui ha una doppia anima amara e di vaniglia. Ho usato per questo un cioccolato al 100% trovato da Peck (di solito catramosi e di difficile lavorazione) utile per smorzare il retrogusto del tofu e un'essenza di vaniglia ricordo di un viaggio in Messico (e costata una fortuna). E' importante usare il silk tofu o tofu seta altrimenti non si raggiunge l'effetto vellutato.

150 gr di cioccolato 100%
100/150 gr di tofu seta
3 cucchiai di sciroppo d'acero o 3 di malto di riso/mais
2 cucchiai di banlyus
4 gocce di essenza di vaniglia
cacao in polvere

Fondete a bagno maria il cioccolato. A parte montate gli altri ingredienti in un blender fino a quando non diventano spumosi. Aggiugete il cioccolato leggermente raffredato e montate ancora per qualche minuto.
Sistemate in ciotole monoporzione e fate raffreddare. Il composto nel giro di un'ora prende la consistenza di una mousse, se l'ambiente fosse troppo caldo mettete il tutto in frigo per 30 minuti. Cospargete di polvere di cacao amaro prima di servire.
Da servire con una composta di zucca dolce cotta e frullata con del malto.

giovedì, febbraio 09, 2006

Riso e verdurine



Questo è uno dei miei cibi della mamma preferiti.
Avere la ricetta è stata una fatica erculea visto che signora in questione la varia ogni volta e non sa cosa siano le dosi quindi sapere a cosa corrisponde "un pochino o una manciatina" non è semplice...tocca sperimentare tanto più che il vero segreto me lo ha detto la quarta o quinta volta che provavo a rifarla e non mi veniva buono come il suo.
Senza volerlo ha creato un piatto molto macrobiotico ;-))
Riso (meglio integrale e a grana lunga ma con chi ha quintali di carnaroli buono nella dispensa è dura) e verdure stufate a lungo. Perfetto in inverno perchè riscladante grazie alla cottura lunga delle verdure e in estate è ottimo tiepido. Questa è una ricetta base, le verdure possono essere variate a seconda della stagione e degli avanzi.

300 gr di riso
1 broccolo piccolo
1 zucchina
1 cipolla media (o 2 scalogni o 2 cipollotti)
qualche fungo secco o surgelato
150 gr di zucca a dadini
2 cucchiai di olio
1 e 1/2 cucchiai di farina integrale
1 cucchiaio di prezzemolo
sale e pepe

Affettate sottile la cipolla e cominciate a stufarla in padella con l'olio e un pizzico di sale. Aggiungete la zucca tagliata a dadini, la zucchina, i funghi ammollati e tagliati a pezzetti e il broccolo tagliato a cimette. Fate stufare per almeno 20/30 minuti aggiungendo un pochino dia acqua o brodo vegetale in modo che non si asciughi e che risulti molto morbido e le verdure spappolate.
Unite il prezzemolo, la farina e mescolate bene in modo che si formi una cremina. Aggiustate di sale e di pepe macinato fresco.
Nella stessa padella aggiungete il riso, precedentemente bollito in acqua salata, e fate saltare per un paio di minuti.

martedì, febbraio 07, 2006

Pita olive e coriandolo



Vicino a casa ho una pizzeria/trattoria egiziana che oltre a fare una pizza discreta fa le pite. Il pane arabo che accompagna l'hummus e il babaghanui.
Mi è sempre piaciuto stare a guardare mentre si gonfiano nel forno e mangiarle appena uscite dal forno scottandomi le dita.
Sono pani ottimi, con un'energia più leggera rispetto al pane tradizionale visto che stanno nel forno pochissimo e sono quasi sconditi.
Farli non è semplicissimo e soprattutto i tempi sono lunghini. Ideale è avere un'asse di legno in modo da poterli mettere da parte mentre lievitano e avere anche una pietra refrattaria su cui cuocerli.
La dose che dà Linda Collistar è per 12 pite, io l'ho dimezzata e al posto del coriandolo previsto ho messo la parte verde del cipollotto tagliata sottilissima. Con l'hummus erano perfetti ;-)

300 ml di acqua
4 gr di lievito secco
500 gr di farina 0
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaio di olio extravergine
60 gr di olive nere tritate
1 cucchiaino di cumino tritato
2 cucchiai di cipollotto (parte verde) tritato

Sciogliete il lievito nell'acqua intiepidita e olio. Aggiungete la farina a cucchiaiate fino a ottenere un impasto morbido. Fare una palla infarinarla bene e lasciarla a riposare coperta per 10 minuti. Lavorarla di nuovo per almeno 15 minuti fino a ottenere un impasto elastico. Aggiungete il cumino, le olive e il cipollotto e impastate per amalgamare bene gli ingredienti.
Mettete la pasta a lievitare coperta a capana da una ciotola. Una volta raddoppiata, fate le palline e stendetele con il mattarello in pite (stile piadina) di 15 cm di diametro. Infarinatele e lasciatele riposare per altri 30 minuti. In questo tempo scaldate il forno alla massima temperatura lasciando al suo interno una teglia o, per chi ce l'ha, la pietra refrattaria. Trasferite le pite sulla teglia bollente e cuocetele per circa 3/5 minuti, dovranno essere appena dorate. Vedrete che si gonfieranno e faranno delle piccole bolle sulla superficie. Fatele intiepidire su una gratella coperte da un panno in modo che la crosta non si indurisca troppo.
Vanno mangiate caldi o surgelate appena fredde.

lunedì, febbraio 06, 2006

Cotolette di seitan al limone



Un fine settimana a base di febbricciattola dovuta a una serie di trattamenti strong, a un eccesso di cibi freddi (maledetta la mia mania per il pesce crudo) e a un collega pestilenziale che mi tossicchia a fianco da una settimana ;-))... e uno stage con le finestre aperte non ha aiutato!
Così miso a litrate, tè bancha con zenzero, minestrone e una coccola "seitan a cotoletta" mi hanno rimesso più o meno in piedi.
Il seitan è facilissimo da fare in casa ma ieri mi mancava la voglia e quindi ho rimediato su quello confezionato.
E' un alimento non adatto ai celiaci visto che si tratta di frumento ma ha il vantaggio di essere una bomba di proteine e di esser veloce da cucinare in quanto già cotto.

1 confezione di seitan al naturale
2 cucchiai abbondanti di farina integrale
3 cucchiai di acqua
1 cucchiaio di succo di limone
4 crostini integrali (tipo svedesi) o pane raffermo
1 cucchiaino di erba cipolina
1 cucchiaino di timo
pepe
sale
3 cucchiai di olio di sesamo

Togliete il seitan dalla confezione e asciugatelo bene.
In una ciotola mescolate acqua, farina e limone in modo da ottenere una pastella morbida.
In un mixer frullate i crostini con le erbe (chi non ha la febbre ci può mettere anche della paprika).
Tagliate il seitan a fettine e passatele prima nella pstella poi nel mix di pan grattato, premendo bene. Cuocete in un filo di olio caldo fino a quando non siano ben dorate. Ricordatevi di salare sempre e solo prima di servire altrimenti i fritti diventa mosci e addio corsticina croccante ;-) Ottime con un purè di topinambur o con la polenta.

venerdì, febbraio 03, 2006

I muffin cioccolatosi



Questi son perfetti per chiudere una settimana frenetica e stancantissima e regalarsi una colazione goduriosa.
Le crisi ipoglicemiche o il desiderio di dolce che possono sorprenderci soprattutto nelle giornate fredde (a Milano stamattina si stava ancora sotto zero) e allora al posto di gettarci su terribili merendine o barattoli di nutella, perchè non farsi dei muffin, metterli in una scatola di latta e tenerli come scorta???? ovvio che intendo questo tipo di muffin e non quelli pieni di burro e zucchero ;-)))
La ricetta è un misto di un idea che ho trovato settimane fa su Bakingsheet di Nic e di una passione per i pistacchi di Bronte che mi ha preso (e non solo me) negli ultimi giorni.

I pistacchi di Bronte sono un piccolo miracolo della natura, verdi e viola (e ipercostosi ;-)); le piante prediligono terreni lavici e fioriscono in primavera. I pistacchi vengono colti a mano ogni due anni e poi messi a seccare; non sono da confondere con i pistacchi turchi che sono i più venduti ma sono insapori e si distinguono da quelli siciliani "ad assaggio" ovvero se mangiate quelli di Bronte ve li ricorderete per sempre. Fantastico è anche il pesto di pistacchi.

1 tazza e 1 cucchiaio di farina 0
1/4 di tazza di cacao amaro di ottima qualità
1 cucchiaino di cremor tartaro
1/2 tazza di sciroppo d'acero
3/4 di tazza di latte di soia
2 cucchiai di olio di mais
1 pizzico di sale
1/2 tazza di pistacchi di Bronte

In una ciotola mescolare olio, latte di soia, sciroppo d'acero e in un'altra farina, cacao, cremor tartaro, sale e i pistacchi tritati (conservatene qualcuno da usare come decorazione). Versate gli ingredienti liquidi su quelli solidi e mescolate il giusto per amalgamare appena il composto. Il trucco per dei buoni muffin è proprio il non mescolare troppo. Oliate degli stampini nìmonoporzione e riempiteli con l'impasto fino a 3/4 . Cuoceteli in forno già caldo a 180° per 15/20 minuti.
Il sapore è molto simil brownies e sono perfetti con la marmellata di albicocche. Si può anche pensar di porre nel centro un pezzettino di cioccolato in modo che abbiano un cuore morbido e ipergoloso.