lunedì, dicembre 03, 2012

Soba per principianti




















La soba è un tipo di noodles che adoro; calda in inverno, in brodo e fredda con il ghiaccio  in estate. Ne amo la consistenza, la ruvidità e il sapore pieno e antico.
In Giappone l'ho mangiata fresca appena fatta in più occasioni ed era stratosferica (la stessa sensazione che ho quando riesco a mangiare orecchiette fatte in casa). Amo andare nelle trattorie dietro la stazione di Ueno a mangiarla in brodo ustionante insieme agli impiegati che ti guardano strano perché non solo non riesci a fare il risucchio, ma ci soffi pure sopra.

Composta di farina di grano saraceno è uno dei must della cucina giapponese e per imparare a farla ci vogliono dai due ai tre anni; ha un'energia molto calda ed è perfetta in questi giorni in cui pare finalmente essere arrivato il generale inverno, almeno da queste parti.
La trovate in tutti i supermercati etnici e a volte anche in quelli normali.
Questa ricetta è facilissima e può risolvere una cena all'ultimo momento o una voglia improvvisa di cibo coccola.

Per le dosi: la soba nei pacchetti è divisa in porzioni legate da un nastro, a un occhio occidentale pare poca, attenzione perché tende a espandersi e a riempire parecchio. Se siete in due e avete fame fatene tre dosi.

2 dosi di soba
1 porro
1 cucchiao di semi di sesamo
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiai di aceto di riso o di mirin
2 cucchiai di olio di sesamo
sichimi (opzionale)


Cuocete la soba in acqua non salata, scolatela e sciacquatela molto bene.
Tostate i semi di sesamo a secco e metteteli da parte. Affettate sottilmente il porro.
In una ciotola mischiate salsa di soia, olio, mirin e un cucchiaio di acqua.
Scaldate il wok, unite il condimento e fate saltare per qualche minuto il porro, poi unite la soba, i semi di sesamo e il sichimi. Saltate per un altro paio di minuti e servite caldo.


venerdì, novembre 16, 2012

Risotto in verde e rosa











Finalmente son ricomparsi sui banchi del supermercato!! Cosa? Beh i Cavolini di Bruxells.
Li amo alla follia e potrei, insieme alle cime di rape e alla zucca, mangiarli tutti i santi giorni senza stufarmi mai.
In più sono tondi, leggermente amarognoli e pieni di buona energia riscaldante per la stagione fredda, uniti alle cipolle rosse sono un mix perfetto.
E si sa che amo alla follia anche i risotti!

Ieri la temperatura ha iniziato a scendere e quindi la voglia di robe calde e coccolose è aumentata.
Se poi passerò mezzo sabato sul balcone a cercare di rimediare al mese e mezzo di incuria ne avrò tanto tanto bisogno.
Lo scorso anno fui così furba da lavorare sul balcone non adeguatamente coperta e mi ritrovai con una meravigliosa infreddatura che fece spaventare tantissimo il mio medico che temeva che a novembre fosse già iniziata l'influenza.
Forse quest'anno sarà più intelligente ... forse (nel senso che rischio di abbandonare le piante anche questo sabato)!
La voglia di passare le giornate sul divano tra gomitoli, libri e tazze di tè è molto forte.

350 gr di riso carnaroli o vialone nano
10/12 cavolini
1 cipolla rossa piccola
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
mezzo bicchiere di vino bianco
brodo vegetale qb
sale
pepe bianco

Pulite i cavolini e tagliateli in quattro, in una padella con pochissimo olio fateli saltare velocemente per renderli croccanti (la cottura solo nel risotto, per i miei gusti, li rende troppo mollicci). 
Affettate la cipolla e fatela soffriggere nell'olio, unite il riso, fatelo tostare bene e poi sfumate con il riso.
Continuate la cottura unendo il brodo vegetale caldo a mestoli e aspettando che il riso lo assorba prima di unire il successivo.
A metà cottura unite i cavolini.
A fine cottura, aggiustate di sale e pepe, mantecate fuori da fuoco con un cucchiaio di olio e se volete un po' di lievito alimentare (o qualche nocciola tostata e triturata).

Nota golosa: al posto dell'olio, ho usato un cucchiaio colmo di pesto di pistacchi. Il risultato è stato spettacolare.

lunedì, novembre 05, 2012

Unite contro il cancro: il libro e il corso


Passioni tante, a volte penso che forse son pure troppe, ma fin quando ce la faccio e mi rendono la vita migliore e piena di gioia, posso fregarmene anche della stanchezza.

Da qualche anno ho scoperto, meglio riscoperto, la maglia: la mia casa si è riempita di lana e la mia vita di nuove e splendide amiche.
Una di queste è la Ciami e con lei e un bel gruppo di knitter, lo scorso anno, abbiamo dato vita a una nuova esperienza, unite dall'essere passate tutte, chi più chi meno, dalla devastante esperienza del cancro: un'associazione e un libro che facesse della nostra passione qualcosa di più utile.

Così è nato Unite contro il cancro e il suo libro:


23 schemi che sono il simbolo della generosità di quasi 30 persone che per questo libro hanno ideato gli schemi, li hanno testati, hanno impaginato, rivisto e scritto e nel tempo lo hanno portato in giro per l'Italia per farlo conoscere.
23 schemi che dimostrano che la maglia non è per nonnette, ma è trendy,  utile e generosa.

Tutti i proventi sono andati e vanno alla LILT e potete acquistarlo in ebook o in cartaceo su Lulu.

La novità è invece questa:

Venerdì 9 novembre alle 18.30 presso Postura e Benessere 

Ciami (e io ...) presenteremo il libro e un corso per imparare basi della maglia e fare per Natale uno scialle selezionato tra gli schemi del libro.

Il luogo è speciale e noi arriveremo munite di ferri, lana, piccoli gadget, golosità, prototipi degli schemi e tanta voglia di contagiare tutti con le nostre passioni.

giovedì, ottobre 18, 2012

Baccalà in tortino



Sono ancora in un tornado, ma visto che non so se cesserà e se ho voglia di scendere dal vortice, non accampo scuse.
Al mercato son tornati tutti i miei spacciatori di fiducia (ho il verduriere che parte per coltivare le terre a inizio luglio e ritorna a fine settembre lasciandomi triste a vagare per banchi sconosciuti), compreso lo spacciatore di baccalà dissalato e sottoli/sottaceti vari. Il mio sogno è rimanere chiusa nel suo magazzino per un fine settimana.

E soprattutto è tornato l'autunno, il freddo, la pioggia, le zucche, i cavoli, le zuppe, etc e io sono sempre più contenta.
Ovviamente è il periodo giusto per iniziare a preparare il corpo al freddo invernale, facendo il cambio della dispensa oltre a quello dell'armadio: via  gelati, bibite fredde, yogurth e affini, benvenuti cereali, zuppe, bevande calde, avena a colazione, verdure tonde etc.

Avevo voglia di qualcosa di caldo, sostanzioso e che mi permettesse di cuocere tutto prima e non dover spignattare con gli ospiti per casa.
Se si vuole si possono sostituire le patate con le rape o, meglio ancora, con delle fette di polenta.

4 patate medie
2 porri
500 gr di baccalà dissalato e ammollato
una manciata di olive nere snocciolate
un cucchiaio di erbe aromatiche fresche tritate (salvia, prezzemolo, erba limoncina per me)
2 cucchiai di pane grattugiato
un pezzetto di peperoncino fresco o secco
olio extra vergine qb

Pelate e affettate sottili, ma non troppo, le patate e sbollentatele per 5 minuti in modo da dar una precottura.
Togliete la pelle e le eventuali lische al baccalà e e sminuzzatelo con le mani.
Affettate i porri compresa la parte verde.
Mescolate insieme pane grattugiato, peperoncino e erbe aromatiche.
Ora prendete una pirofila, ungetene il fondo e cominciate a comporre il tutto.
Primo strato di patate, poi il baccalà, poi i porri, le olive, un filo d'olio e infine il pane grattugiato fino a esaurimento ingredienti, finendo con le patate e il pane grattugiato.
Mettete in forno a 180 per 20 minuti e gustate questa sorta di tortino caldo o tiepido.

mercoledì, settembre 26, 2012

Hot Hot Hot

È autunno!!!!
La mia seconda stagione preferita: il tempo si rinfresca, il cervello mi si schiarisce e le mie energie son meglio ora che a giugno.
Ci sono le zucche e i cavoli!!!!!!
Ho una gran quantità di progetti coi quali vi ammorberò nelle prossime settimane e iniziamo con il primo e forse il più tradizionale: conservare.
Avete coltivato qualche piantina sul balcone? Volete portarvi i colori e i profumi dell'estate anche nel grigiore di novembre? Volete predisporre qualche regalino home made per Natale?
Cominciamo!

Premessa
Ho una parte del terrazzo che è al sole dalle 11 alle 9 di sera cosa che mi ha costretto negli anni a selezionare piante che sopportano la lunga insolazione (e a organizzarmi per le innaffiature) e tra queste i peperoncini si sono rivelati i più resistenti e soddisfacenti.
Ho iniziato da un paio di piantine di peperoncini di caienna presi per caso in una serra per finire ad avere otto piante di sei qualità diverse e di diverse altezze.
E non sono nemmeno una fissata del piccante, giusto in estate e in alcune preparazioni. Però le piante le adoro, sono colorate, relativamente facili da coltivare ed è bellissimo vedere i peperoncini passare dal verde al viola, fucsia, arancio e rosso a seconda delle qualità.
Ho scoperto che alcune qualità di peperoncino (come i caienna e affini) sono piante che hanno bisogno di grandi vasi e diventano alte quasi 150 cm, questo mi ha anche spiegato perché prima i miei raccolti erano più contenuti.
Finora ho raccolto più di quasi cento peperoncini e ne raccoglierò più di quaranta prima della fine della stagione.
E quest'anno metterò via i semi e proverò a coltivarle da zero il prossimo anno.
Ma che me ne faccio di così tanti peperoncini?
Per fortuna ho selezionato tre qualità piccanti (caienna, fuoco della prateria e calabrese) e tutte le altre aromatiche (pendolino, arlecchino e un paio che non ricordo).

A parte seccarli, congelarli (suggerimento del fratello), regalarli (sempre al fratello), l'altro giorno li ho trasformati una pasta aromatica e piccante, variazione di una ricetta americana, che diventerà uno dei miei regali di Natale.

Se non avete coltivato peperoncini sul terrazzo (leggasi non siete svitati come me, parole del marito), potete comprare i peperoncini freschi, che in questa stagione trovate su tutti i banchi dei mercati.
La salsa di pesce thai (da non sostituire con acciughe o similari perché il sapore cambierebbe parecchio) è la nota particolare. La trovate in tutti i negozi etnici, puzza in modo assurdo, ma da cotta è fenomenale; potete sostituirla con metà dose di colatura di alici. Ometterla è un po' un peccato.
Rispetto all'originale ho usato meno pomodori perché non li amo molto, ma servono a dare corpo alla salsa.



100 gr di peperoncini freschi (ho mischiato caienna e aromatici)
8 spicchi di aglio rosa grandi
2 scalogni
2 cipollotti
4/6 pomodori da salsa 
4 cucchiai di acidulato di riso (o aceto di mele)
2 cucchiaini di salsa di pesce thai  
2 cucchiai di olio extra vergine d'oliva leggero

Sbollentate, pelate e togliete i semi ai pomodori. Affettate i peperoncini e, se volete un gusto meno piccante, togliete parte dei semini. Pulite e affettate l'aglio, i cipollotti e gli scalogni.
In una pentola scaldate l'olio e unite scalogni, cipollotti e aglio e fateli diventare dorati e trasparenti, unite i peperoncini e i pomodori.
Fate cuocere per 20 minuti poi unite acidulato di riso e salsa di pesce e continuate a cuore fin quando tutto non diventa morbidissimo e consistente (la salsa non deve essere liquida).
Frullate con un minipimer e versate la salsa in vasetti sterilizzati. Chiudete con capsule nuove e fate fare il sottovuoto o mediante bollitura o capovolgendo i vasetti.
Nella pasta e nel minestrone è fenomenale.

martedì, agosto 28, 2012

Capperi!



Vorrei dire di aver passato un agosto tranquillo e in ferie e invece no! Ho lavorato a più cose e ho avuto più da fare negli ultimi 30 giorni che a maggio e farlo con 40°, un'umidità degna del VietNam fuori e 15° in ufficio è stato demenziale. 
In ri-vacanza andrò fra una decina di giorni. 
Il caldo e il fatto che la verdura estiva mi annoi a morte nel giro di due settimane (il che vuol dire già che a fine giugno le melanzane mi paiono più interessanti come elemento d'arredo che non come pietanza e che ad agosto sogno cavolfiori e funghi) non ha aiutato la mia voglia di cucinare.
In effetti mi son dedicata a far esperimenti con le mie piante e con il cibo che potevo far diventare conserva/condimento/etc per l'inverno. In queste settimane i pomodori per me hanno più senso piazzati dentro a un vasetto che non sulla pasta ... sono nota il mio non-amore per il caldo, l'estate e tutto quel che ne segue.

Questa ricetta è di grande effetto, perfetta se vorrete stupire gli amici a Natale; sembra lontano, lo so, ma da metà settembre tutto avrà un'accelerazione degna di un libro di Pratchett e vi ritroverete a dicembre con l'ansia del regalo.

L'idea non è mia, ma di uno dei tanti cuochi che popolano le tv satellitari e non chiedetemi chi perché quel pomeriggio ricordo solo che facevo zapping in attesa che il mio corpo, dopo un delirante ritorno tra metro, ferrovie e marciapiedi di catrame sciolto, ritrovasse la sua temperatura naturale e smettesse di appiccicarsi a tutto, comprese le gatte.
Il procedimento è invece farina del mio sacco perché o il cuoco non lo spiegò o io ero nel frattempo svenuta o sotto la doccia.

Polvere di capperi

Prendete dei capperi di ottima qualità, dissalateli, lasciateli asciugare su un telo per un paio di ore, infine metteteli su una placca ricoperta di carta da forno.
Accedete il forno al minimo e lasciateceli per un paio di ore o fin quando non saranno secchi.
L'alternativa è metterli nel forno dopo averlo usato, per intenderci mentre si sta raffreddando, e fare questo procedimento un paio di volte ... risparmierete energia e vi sentirete molto ecologici. 
Polverizzateli poi in un frullatore e metteteli in vasetti carini.
Ovvio che da un etto di capperi non ricaverete un etto di polvere, quindi prendete vasetti piccini piccini come quelli delle spezie e visto che, anche se dissalati, i capperi son molto saporiti non eccedete nell'uso.

Avrete il sapore e il profumo dei capperi senza trovarveli sotto i denti, cosa che disturba parecchio l'elemento maschile di tutta la mia famiglia.

lunedì, luglio 23, 2012

Salutiamoci: Zucchine for dummies


Son stata in vacanza, son tornata e ci ho messo dieci giorni a riadattarmi al caldo e alla città, e in questi dieci giorni non ho avuto un attimo o una serata per potermi schiantare liberamente sul divano o per cucinare.


Spero da questa settimana di acquisire i ritmi del bradipo estivo, curare le mie povere piante, svenire sulla sdraio in terrazzo prima di cena e far contenta la micia più vecchia e sorda del mondo che esige di potersi sdraiare su di me e coprirmi di pelo per almeno un paio d'ore a serata.


Ho saltato il Salutiamoci di giugno, dovevo partire, avevo finito l'orzo e non mi sognavo nemmeno di comprarlo e poi lasciarlo alle maledette farfalline per due settimane.
Questo mese, invece, si parla di zucchine e il blog ospitante è quello della mia cara Cobrizo.


Premetto una cosa, son strana e non ho mai amato le zucchine; a me han sempre fatto l'effetto fagiolino: li mangio, ma li trovo insulsi e di mio nella pentola non li metto mai.
Con le zucchine mi son dovuta ricredere negli anni, mi piacciono, le uso spesso e argino il marito che le mangerebbe anche a gennaio (piene di semi e giustificatamente più insulse di un fagiolino).


Quest'anno le zucchine le sto pure coltivando,  più per i fiori che stanno già spuntando e che avranno una ricetta a parte.



Questa ricetta fa parte anche del Piantiamo e mangiamo ... infatti dentro ci son parecchie erbe del mio terrazzo e un fiore di zucchina che una delle micie aveva staccato - nonostante l'età ragguardevole, sono parecchio creative - e stava lanciando di sotto.

Io le ho piazzate (non le micie, ma le zucchine) su una meravigliosa bruschetta ricca di aglio.

10 zucchine piccole
5 foglie di erba limoncina (in alternativa poca buccia di limone)
erba cipollina a piacere
timo a piacere
1 peperoncino rosso fresco 
un fiore di zucchina a listarelle (opzionale)
uno spicchio d'aglio
due cucchiai di olio extra vergine
1 cucchiaio scarso di aceto di vino rosso (non balsamico)
sale


Tagliate le zucchine a rondelle sottili e saltatele in padella con l'olio, il peperoncino a fettine e l'aglio fino a quando non saranno un po' abbrustolite e ancora croccanti. Il trucco sta nel non metter sale, se lo mettete in cottura la zucchina rilascerà tutta l'acqua e si stuferà, quindi trattenetevi.
Unite verso fine cottura le erbe fresche.
Togliete dal fuoco le zucchine, mettetele in una ciotola e conditele con l'aceto, il sale e ancora qualche erba fresca, compreso il fiore.
Lasciate riposare per almeno due ore (meglio ancora se per un giorno) e servitele a temperatura ambiente.


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L'erba limoncina



E' una mia scoperta recente e del tutto casuale visto che era una pianta abbandonata in un angolo di una serra e me l'hanno regalata tanto era bruttarella. Rinvasata e messa in un angolo del terrazzo sta prosperando allegramente.

E' una pianta che ha bisogno di sole e acqua e sopporta poco il freddo, quindi fuori in estate, dentro in inverno.
Le foglie hanno un fortissimo aroma di limone e si possono usare secche o fresche sia per insaporire i cibi sia per farne una tisana.
Come la verbena o la lavanda, potete usare le foglie secche e messe in una garza per profumare la biancheria.


Per i peperoncini farò un post a parte e dedicato.


La "creativa" controlla che fine ha fatto il fiore di zucchina.

martedì, giugno 19, 2012

The fake pancake



Ripulisco la dispensa per l'estate e scovo di tutto. Il mio essere scoiattolesca e far scorte, a volte esagero così in piena estate mi son ritrovata a far il castagnaccio e una certa quantità di risotti. 
Vero che io posso mangiare risotto e polenta con qualunque temperatura e che il climatizzatore aiuta parecchio, ma qualcuno si è lamentato di non aver ancora visto cibi estivi in casa ... vabbè le vacanze son previste in posti dove le temperature non andranno oltre i 20° quindi lo sto spacciando per un training di adattamento.


Ma ho fatto i pancake????? Anche no!
Son nella fase elimino tutte le farine e le compro solo quando ne ho bisogno, ma oggi si elimina la farina di ceci e null'altro.
Le uova d'altronde le mangio di rado e solo se vengono da galline a cui son stata presentata io o qualcuno di famiglia (per me le uova del super hanno l'odore di varechina ...) e queste frittatine son fantastiche e di diversi usi salati.


Possono essere la base della colazione della domenica, le si può preparare in anticipo per un aperitivo, una cena in piedi (magari facendole piccine piccine) o portarsele dietro nella schiscetta o a un pic nic.


Son stupiderrime da fare, ma bisogna pensarci in anticipo.
Son infatti composte da una pastella di farina di ceci e acqua e se vorrete farle venire morbidissime questa deve riposare almeno quattro ore.
La consistenza deve essere quella delle crepe, forse addirittura un pochino più liquida perché la farina di ceci tende ad assorbire più acqua. Il trucco sta nel far un paio di frittatine, vedere se vi vengono tipo mattoncino a secco e nel caso allungare la pastella.
Quindi prendete della farina di ceci, allungatela con acqua e fatela riposare. Unite infine della curcuma, per dare un bel colore dorato e una presa di sale.
Azionate il climatizzatore o spalancate tutte le finestre se decidete di farle in questi giorni, mettete sul fuoco una padella dal fondo spesso e oliatela leggermente, quando è ben calda versate un mestolino di pastella, a seconda di quanto volete far grande la vostra frittatina e cuocetela da entrambi i lati per un minuto fin quando non saranno dorate.
Procedete nello stesso modo fino a esaurimento della pastella.
Se le volete perfettamente tonde usate poggiate un coppapasta nella padella, versateci la pastella e levatelo solo quando dovrete girare la frittatina.


Possono essere imbottite con qualunque cosa dalle verdure, alle acciughe, affettati di seitan vari fino ad arrivare a quella che per me è la vera "morte loro" con l'hummous o con una salsina fatta di tofu morbido, limone, poco olio e erbe aromatiche varie.


La farina di ceci è presente in tutta la cultura gastronomica mediterranea e orientale, più o meno simili a queste, ma con cotture e consistenze diverse di trovano: farina, cecina, socca, panelle, panisse.
C'è da divertirsi e viaggiar parecchio con un solo sacchettino di farina prima che le orride farfalline ne facciano scempio.

mercoledì, maggio 23, 2012

Salutiamoci: pesto di piselli e robine verdi



In onore della fantastica iniziativa delle quattro del Salutiamoci, una delle salse, pesto, roba spalmabile che meglio mi son venute finora ..  e due chiacchiere sul giardinaggio!


Con il discorso Salutiamoci non vi ammorbo, l'iniziativa mi piace assai e spero stiate partecipando numerose sia elaborando nuove ricette con fave e piselli per questo mese, sia rifacendo le ricette proposte dai vari blog (questa stamattina mi ha esaltato non poco).
Se ancora non lo avete fatto, scaricatevi l'elenco degli ingredienti ammessi, filate al mercato a rifornirvi di piselli o fave fresche e datevi da fare ... e magari comprate vi un libro sull'argomento, trai tanti che ho consigliato in questi anni.


Invece vi ammorberò un tantino con una delle mie fissazioni/passioni ... le piante!
Da anni sostengo il rilassamento zen dato dalla cura anche solo di una pianticella.
Molteplici son le piante che possono non solo sopravvivere, ma prosperare su un mini davanzale milanese, se poi avete addirittura un balcone potete sfogarvi.


Amo tutte le piante, di solito ho il pollice verde per quelle che si mangiano, ma quest'anno ho avuto grandissime soddisfazioni anche da tutto quel che si limita a fiorire (vi annoierò pure con quelle, non temete), però visto che questo dovrebbe essere un blog di cucina, ho deciso di inaugurare il settore "coltiviamo una piantina e mangiamocela".
Pensando al Salutiamoci questa è un'ulteriore aggiunta di salute, visto che coltivare qualche aromatica o dell'insalata non solo rilassa ma aggiunge vitamine e sali minerali alla vostra alimentazione.


Protagonisti: erba cipollina e scalogno.


Erba cipollina: pianta facile, si trova in tutti i mercati, supermercati o serre. È stupidissima da coltivare, non prende malattie e parassiti, vive bene ovunque ed essendo una bulbosa se in inverno la cimate del tutto e la mettete coperta in un angolo del balcone, la primavera successiva ricrescerà.
Ricordatevi che è sempre meglio trapiantare le piante acquistate già cresciute, perché i terreni utilizzati di solito son ipersfruttati e le piante vengono costrette a vivere in poco spazio, quindi dategli una casa migliore e più comoda.
Potete anche partire dai semi, piantandoli in superficie (son semini piccini, se li affondate non riusciranno mai a germinare) in vasetto da semina e poi trapiantandoli in un vaso più grande dopo un mese o due.
È una pianta che richiede acqua e non troppo sole, è come l'erba solo più cicciona e questa consistenza è dovuta proprio alla presenza di acqua nelle foglie. Potete concimarla una volta al mese e fare meditazione togliendo le foglie secche.
Ha un gradevole sapore cipolloso, leggermente piccante; va cimata abbastanza spesso e questo è di gran goduria per chi la coltiva perché solo qualche fogliolina tagliuzzata dà vigore al  pesce al vapore, alle insalate e ai cereali.





















Scalogno: sto andando sul difficile? No ... lo scalogno, come l'aglio è scemo da coltivare a patto di dargli un vaso profondo. 
Forse l'unica difficoltà sta nel fatto che è di certo meglio avere un balcone e che è meglio piantarli in autunno o all'inizio della primavera.
Gli scalogni funzionano come i bulbi di tulipano.
Vaso profondo, buchetto, piantate i bulbi (potete usare quelli che trovate al supermercato, ma nelle serre si trovano anche quelli appositi per l'orto) con la puntina all'insù, ricoprite, bagnate ogni tanto e poi scordateveli fino a giugno. Nel frattempo avranno fatto un gran fogliame che si può mangiare tagliuzzato come l'erba cipollina e conservare sott'olio o secco.
I bulbi vanno di solito fatti seccare prima del consumo. 
Io son già felice di godermi le foglie, ma appena coglierò i miei scalogni metterò le foto, per il momento guardate che razza di roba ho ottenuto con 9 bulbetti. 




Ricetta:
una tazza di piselli freschi
un cucchiaio abbondate di erba cipollina tagliuzzata
un cucchiaio abbondate di cime di scalogno tagliuzzate
mezza tazza scarsa di pistacchi ammollati per qualche ora (o un cucchiaio abbondante di pesto di pistacchi)
olio estra vergine qb
sale qb
pepe bianco (opzionale)
acqua tiepida qb


Cuocete i piselli freschi in acqua salata, facendo attenzione a non stracuocerli e quindi a fargli perdere vitamine e colore.
Sciacquateli con acqua ghiacciata (si manterranno verdissimi) e metteteli in un frullatore con gli altri ingredienti.
Frullate bene fino a ottenere una salsa liscia e non troppo liquida.
Io ho usato questa salsa nell'insalata di farro e per le polpette di pesce.


PS L'acqua della cottura dei piselli, non buttatela. Usatela per cuocerci il riso, i cereali o per le minestre; se proprio vi avanza, innaffiateci le piante una volta fredda.

martedì, maggio 15, 2012

Polpette arancioni




















Tempo ballerino, piante confuse, gatti rognosi, petule pigre!
Quest'anno son in ritardo con le pulizie di primavera in generale, nell'armadio stazionano ancora i maglioni di lana, il piumino ancora giace sul letto e ho decisamente troppa roba in dispensa che potrebbe diventare la casa delle mie odiate farfalline (nessuno mi suggerisca di piazzar la roba nel freezer, devo svuotar pure quello).


Quindi cominciamo con lenticchie rosse e semi vari per fare dei simil falafel da pucciare voluttuosamente in queste salsine, io ho optato per la vegan sour cream.
Una sola avvertenza, le lenticchie come tutti i legumi tendono ad assorbire acqua, quindi lasciate l'impasto morbido altrimenti dopo la cottura vi ritroverete con delle polpette da ping pong.


una tazza di lenticchie rosse
una tazza di semi misti (sesamo, girasole e anacardi)
2 tazze di acqua
1 cucchiaio di olio 
2 cucchiai di timo fresco ed erba cipollina tritati
1 zucchina piccola
mezzo cucchiaino di miso
1 cucchiaio di lievito alimentare in scaglie (opzionale)


Sciacquate bene le lenticchie e cuocetele nelle due tazze d'acqua fredda con un pezzetto di kombu.
Lavate e pelate la zucchina, se necessario. Quando saranno belle morbide mettetele in un mixer con il resto degli ingredienti e frullate fino a ottenere un impasto morbido ma lavorabile. Se son troppo solide unite un po' di brodo vegetale o acqua, se troppo liquide unite dei fiocchi d'avena o del pane vecchio.
Fate delle polpette e mettetele sulla placca da forno unta. Cuocete a 180° per 20 minuti o fino a quando saranno dorate.
Son ottime anche fredde, per i picnic di primavera e per la schiscetta del mezzogiorno.



mercoledì, maggio 02, 2012

Salutiamoci!


















Non fatevi prendere un colpo ... non chiudo il blog!

Al contrario per la prima volta dopo anni partecipo a un'iniziativa bloggica; non amo i contest perché non ho abbastanza memoria per ricordarmeli, ma questa è una cosa diversa. E soprattutto si confà a me, al mio stile di vita quotidiano e quindi al blog.

Salutiamoci è una bella iniziativa nata da alcune blogger (più una che mi è particolarmente cara e che ha disegnato il logo) in collaborazione con l’Istituto dei tumori di Milano che con il professor Berrino si occupa da anni di prevenzione dei tumori tramite l’alimentazione.

La sfida è quella di cucinare qualcosa di buono, bello e soprattutto sano, scoprire nuovi ingredienti nel rispetto della loro stagionalità, approfondire quello di cui scrivo da anni ovvero il rapporto tra cibo e salute. 

Come si partecipa:

- ogni mese ci sarà un blog ospite
- ogni mese ci sarà un ingrediente "protagonista"
- dovrete seguire una precisa tabella di ingredienti permessi e non
- se avete un blog, dovrete inserire il bannerino e il riferimento del blog ospite nella ricetta e inserire  il link nei commenti del blog ospite
- se non avete un blog, dovrete mandare la ricetta stessa al blog ospite
- ogni mese ci sarà una raccolta di ricette

Per il mese di maggio il blog ospite è Stella di sale

Leggete per benino le istruzioni e partecipate!


In palio ogni mese: migliorare la vostra salute!


mercoledì, aprile 18, 2012

Paté di anacardi


















Ho messo in pratica i miei consigli riposandomi, spegnendo il pc una volta uscita dall'ufficio (ecco lì non prenderebbero molto bene queste mie iniziative) e andandomene per un po' alle terme a vaporizzare corpo e cervello. A un certo punto ho pensato mi si scollassero i tatuaggi!

Ho anche cucinato parecchio causa pulizie di primavera in dispensa e in frigorifero e ho "giardineggiato" per interi fine settimana, quindi vi beccherete la solita serie di ricette "svuota tutto" e consigli per l'area verde di casa.

Per abitudine e gusto tendo a far solo colazioni salate e sovente pesciose, cosa che rende molto felici le gatte, un po' meno l'altro membro a due zampe della famiglia; cerco spesso di elaborare nuove ricette perché non riesco a mangiare la stessa cosa per più di due giorni consecutivi.
I paté da spalmare sulle cracotte di riso, i polistirolini per intenderci, o sul pane buono buono sono una buona soluzione e se non piacciono a colazione possono essere sempre utili come antipasti o per gli aperitivi.

Spesso aggiungo ai paté mandorle o noci, ma gli anacardi li ho sempre trascurati perché non fan parte della nostra tradizione e spesso si trovano solo tostati e salati.
Le scorse settimane nella mia furia di pulizia e giardineggiamento invece mi son capitate due cose:
- trovare in dispensa un barattolo di anacardi al naturale
- dover potare per bene il timo che era un po' troppo esuberante
e quindi Paté!!

100 gr di anacardi al naturale
mezza tazza di foglie di timo fresco 
il succo di mezzo limone
un cucchiaio di lievito in scaglie (opzionale)
sale
acqua qb

Per evitare il fastidioso difetto della frutta secca di rimanere granulosa (cosa utile per il pesto, ma non per le salse) e di tirar fuori l'olio mentre la si frulla, è bene metterla a bagno per una notte in acqua fredda così si ridurrà a crema in un batter d'occhio, o di lama.
Mettete poi nel frullatore tutti gli ingredienti e frullate fino a ottenere una crema aggiungendo acqua fino a ottenere una consistenza "spalmabile".

giovedì, marzo 22, 2012

Buoni propositi: il corpo (2)


Il cibo è come le persone, può essere leggero, pesante, svaporato, inutile, mattonazzo. Il cibo ideale è quello ben equilibrato, che ci fa sentire bene, pieni di energia e che non ci annoia.
In inverno seguiamo, anche senza rendercene conto, la nostra natura e andiamo in letargo, mangiamo più grassi e cibi più caldi (e pesanti se siam poco attenti) per affrontare meglio il freddo ... poi arriva la primavera e ci sentiamo addosso un cappotto pesante, vogliamo liberacene, ma non troppo velocemente perché temiamo le gelate improvvise.


Tutto giusto, ma come metterci la giacchetta giusta e non prender freddo?
Sceglier il cibo più adatto è il primo passo.


Il fegato e la cistifella son i nostri organi legati alla primavera, han bisogno di più attenzione e di essere alleggeriti dalla pesantezza invernale, senza però dimenticare di continuare a coccolare i nostri reni (gli organi acquatici del freddo) perché non siamo ancora in estate e al caldo.


Fatevi un programmino, non siate troppo restrittive, concedetevi del tempo per imparare e amare le nuove abitudini:
- mangiate sempre seduti e masticare bene: un trucco è quello di metter in bocca il cibo, poggiare la forchetta e riprenderla solo dopo aver inghiottito
- non prendete integratori, non hanno lo stesso effetto della frutta e della verdura, costano un sacco e se avete una buona alimentazione son pressoché inutili
- fate colazione
- se vi riesce almeno due volte a settimana portatevi la schiscetta oppure preparatevi il panino a casa e magari mangiatelo all'aperto (lo so! mica ci son parchi ovunque ... però se ne avete uno non troppo lontano potete unire due cose, un po' di movimento e mangiare con tranquillità all'aperto)
- limitate il più possibile le proteine animali: pesce sì, ma a carne bianca, quindi lasciate il tonno in pace (che è pure in estinzione....) e preferite i pesci azzurri, il dentice, il merluzzo, controllando da dove provengono
- riprendete/scoprite i cereali integrali, l'orzo in particolare è il cereale della primavera, leggero, ideale anche per la cottura a risotto, va bene anche per le insalate tiepide con le verdure
- legumi, legumi, legumi, ce ne sono tantissimi e nei mercati cominciano a spuntare quelli freschi; le proteine vegetali non appesantiscono il nostro corpo e funzionano meglio di quelle animali e soprattutto costano tanto tanto meno
- un po' di verdura cruda o frutta, senza esagerare per non raffreddarsi troppo, ma un'insalata di spinaci freschi o radicchietto con barbabietole bollite e qualche noce è piena di oligoelementi, calcio, magnesio, potassio, vitamine e fibre in grande quantità 
- introducete un po' di cibo fermentato e di cibo acido: miso (anche tutti i giorni la zuppetta fa benissimo), umeboshi (usate la pasta nelle salse o mettete una prugna nel tè), limone (acqua tiepida con qualche goccia di limone appena svegli), crauti e insalatini
- verdura sempre, meglio appena saltata magari con il riso o con del tofu
- limitate tutti gli zuccheri semplici: niente brioche tutti i giorni!
- limitate i cibi raffinati, preferite il pane integrale
- provate il dolce naturale della frutta cotta, dei kanten e del malto di riso
- provate le alghe: potete usare la nori sbriciolata sul riso, farvi il paté, metter la wakame nelle zuppe e la kombu nei legumi per cuocerli, son ricchissime di sali minerali e un pacchettino vi durerà molto tempo (e compratele con fiducia, molte son di produzione europea e il Giappone è molto serio nelle esportazioni).


Per trovare ricette vi basta usare la ricerca nel menu di destra, ce ne sono più di 400 e potete sul serio sbizzarrirvi.


GRAZIE a tutte le meravigliose persone che son venute ieri in biblioteca ad ascoltare le mie confuse ed emozionatissime elucubrazioni sulla macrobiotica. Mi avete dato una botta di energia spettacolare!

mercoledì, marzo 14, 2012

Sorpresina: Petula in biblioteca





















Un paio di mesi fa una donna tanto simpatica quanto folle, mi ha contattata chiedendomi se mi sarebbe piaciuto far due chiacchiere in biblioteca sull'argomento cibo e macrobiotica, alla parola "biblioteca" ho risposto subito di sì. 
Ho scoperto un luogo dei libri delizioso, una direttrice creativa e stimolante, tanto che insieme abbiam partorito questa proposta per il primo giorno di primavera.


Se vi piace l'idea di chiacchierare un po' con me sull'argomento macrobiotica e affini, se volete parlare di primavera, energia e trucchetti vari per affrontarla in gran forma e se volete vedere una delle biblioteche più originali di Milano sia per l'architettura (Munari) sia per la vista (Parco Sempione), venite Mercoledì 21 marzo alle 18 alla Biblioteca di Parco Sempione.


Parlerò/parleremo di energia del cibo, cos'è, cosa ci si può fare e come diventare macrobiotici un solo giorno alla settimana (per poi magari esserlo per una vita).


Magari vi porterò umeboshi e alghe!

lunedì, marzo 12, 2012

Buoni propositi: corpo (1)



UUUUUUU che post lungo potrebbe essere questo, quasi quasi lo divido in due!


Se non credo nei "talebanismi" per la mente tanto meno li credo utili per il corpo, la ricerca dell'equilibrio è come star in piedi su una barca, se ci si irrigidisce si cade.
Partirò però dal corpo come involucro e per poi arrivare a quel che ci si dovrebbe metter dentro.
Il riposo invernale è d'obbligo, ma ora come le piante dobbiamo rinascere per la primavera.


L'inverno è la stagione dell'irrigidimento, per il clima, per la mancanza di luce, per la pigrizia che può prendere anche il più illuminato degli umani.
Spesso il fatto di raggomitolarsi per il riposo invernale può portarci muoverci poco, preferire l'auto o la metropolitana ai piedi e alla bicicletta e in ogni caso ad assorbire un numero eccessivo di tossine dovuto all'inquinamento in casa (si aprono poco persino le finestre) e fuori.


Niente di più facile che ritrovarsi a marzo un po' rigidini, con problemi alla muscolatura, alla schiena, alle ginocchia e alle anche che hanno più difficoltà a piegarsi.
La pelle, soprattutto per chi vive in città, è più secca, grigina, inspessita, ma più fragile, magari con qualche brufoletto o eczema fastidioso.
Ci si sente gonfi, non a posto e si hanno difficoltà a svegliarsi la mattina.


Bene, oddio non troppo, ma se vi sentite così invece di porvi rimedio  tra più di un mese quando comincerà il panico da vestiti leggeri e spiaggia, meglio darsi tempo e farlo ora.


Tutto questo può essere risolto facilmente curando il corpo sia dall'esterno sia dall'interno, far solo una di queste due cose ovviamente dimezza i risultati ed è piuttosto inutile lamentarsi.


Esterno ovvero spolveriamoci per bene


Soluzioni quasi a zero costo
- aerate la casa sia la mattina sia la sera 
- far 15 minuti di movimenti dolci ogni giorno, chiunque di noi ha fatto nella sua vita un corso di ginnastica, stretching, yoga, tai chi ... beh rispolverate la memoria;
- eliminate i saponi con petrolati, slf e passate ai saponi meno tossici per la pelle, che ricordo è un organo, non solo un rivestimento. 
- comprate una spazzola dura di crine naturale e, senza aggiungere sapone, passatela sul corpo con movimenti circolari tutti i giorni sotto la doccia calda; con un solo gesto tre risultati: pelle più ossigenata, eliminazione delle tossine e della pelle vecchia e attivazione delle energie sottili (leggasi quelle collegati ai meridiani)
- se ci riuscite, fate una doccia anche con sola acqua tutte le sere prima andare a dormire, dormirete meglio e laverete via il peso della giornata, compresi capi antipatici, colleghi rompini e nervosisimi vari da traffico del ritorno;
- comprate dell'olio essenziale di lavanda e mettetene una goccia sul cuscino, è una garanzia per i bei sogni
evitate l'attività fisica la sera perché scatena l'adrenalina e rimanda il sonno di almeno un paio d'ore 
- usate i piedi più che potete e abbiatene cura
- dormite il giusto, quindi non 4 ore per notte, perciò andate a letto prima (anche solo mezz'ora), quando cominciano i primi sbadigli e vi ciondola il capino. Sento già il coro di quelli che dicono: ma io vivo, leggo, faccio cose fighe solo dopo le 10 di sera, non ce la faccio ad andare a dormire prima delle 2, perché il mio cervello funziona solo a quell'ora, diciamocelo però se poi dovete alzarvi alle 7 lamentarsi perché vi sentite stanchi ha poco pochissimo senso.


Soluzioni facili ma con un piccolo costo, non solo economico
- scegliete un posto non inquinato, parco, area verde etc, e camminate a passo veloce almeno due volte la settimana per un'ora, meglio se con amica, cane, compagno/a di vita; il ritmo è quello dato dal posso parlare mentre cammino veloce, è un modo facile per farsi il cosiddetto "fiato", per aumentare i consumi e ; 
- se siete iscritti a una palestra/piscina ... andateci
- se non lo siete, cercate un corso in cui l'impatto fisico sia dolce e iscrivetevi: porto acqua al mio piccolo mulino e vi consiglio spassionatamente il tai chi. Lo pratico e insegno da parecchi anni e gli effetti positivi sulla mia vita e sul mio corpo son evidenti.


Soluzioni più impegnative
- andate alle terme per un fine settimana, vapore, tranquillità e relax vi regaleranno elasticità e pelle depurata; possibilmente terme vere, in Italia e appena oltre confine ce ne sono tantissime e i costi non sono pazzeschi
- regalatevi dei massaggi, un professionista che sciolga le tensioni vale il sacrificio economico

giovedì, marzo 01, 2012

Buoni propositi: mente

Due premesse.
Non credo nei buoni propositi dell'inizio d'anno, i miei durano al massimo fino alla Befana, nei duri regimi imposti perché "così inizio a star bene" e, non essendo cattolica, non credo nemmeno nella reiterazione di riti che non mi appartengano, come la quaresima. 
Credo invece nel risveglio della mente, del corpo e dello spirito con l'avvento delle nuove stagioni e nel preparare se stessi al cambiamento con lentezza, dinamicità (non sono in opposizione, credetemi) e leggerezza.


E poi è arrivato marzo, è finito il mese per me più antipatico dell'anno e sta iniziando la mia stagione preferita!


Nella medicina cinese a ogni stagione corrisponde una cura olistica (corpo, mente, spirito o cuore) differente.
La primavera è di certo la stagione più impegnativa e quest'anno in modo maggiore visto che abbiamo avuto un inverno strano, poco freddo, con sbalzi di temperatura assurdi e un aumento dell'inquinamento generalizzato causa scarsissima pioggia. È facile quindi ritrovarsi un pochino confusi, stanchi e sonnolenti proprio in questi giorni. Siamo come pieni di polvere e le pulizie di primavera più che in casa è meglio farle su di noi.


E quindi la Petula ha pensato a una serie di post e a una piccolissima sorpresa per i milanesi e limitrofi per il primo giorno di primavera (e non vi dico nulla di più per ora).


Iniziamo con la mente!


Con l'arrivo della primavera la testa si fa pesante, l'energia che ci vuole per affrontare un risveglio è tale che la testa vorrebbe rintanarsi ancora di più nella grotta invernale e starsene lì a non far nulla ancora per un po'.
Cosa fare: impigrirsi, abbozzolarsi sul divano e nelle cattive abitudine prese con il freddo? meglio di no, l'ideale è risvegliarsi pian piano e darsi una sorta di percorso. 


Una serie di piccole cose che si possono fare. E tenete conto che potete iniziare oggi con poco e proseguire fino a dopo il 21 marzo. Alcune diventeranno abitudini altre solo regali da farsi ogni tanto. 

Tutte le mattine:

- svegliarsi 15 minuti prima del solito
- spalancare una finestra per cambiare l'aria della notte piena di elementi di scarto della respirazione
- massaggiarsi (basta anche grattarsi bene su tutto il corpo), fare qualche esercizio fisico, meditare per 5 minuti
- regalarsi una colazione fatta bene (se si è furbi il necessario ce lo si prepara la sera prima)
- sedersi, guardare il soffitto, ascoltare musica, stare in silenzio o leggere per 10 minuti
e poi iniziare la giornata.


E non voglio sentire scuse stile "ma come si fa, ho una vita impegnata, la mattina son uno zombie etc", perché 15 minuti al giorno si possono trovare, se non lo si fa è solo perché non lo si vuole.


Durante la giornata:
- meno notiziari (uno al giorno è più che sufficiente) e tanta musica, se poi riuscite anche a cantare senza farsi uccidere dai vicini, meglio!
- liberarvi di una cosa fastidiosa (dall'appuntamento con il dentista all'orrido soprammobile)


Per almeno due mesi:
- farsi consigliare fiori di Bach o floriterapie con gemmoderivati o rimedi omeopatici adatti allo snebbiamento mentale e prenderli per almeno due mesi.


Per un fine settimana:
- fuggire dalla città e andare in un parco/terme/altra città 


Per domani:
- rispolverare un vecchio hobby o trovarsene uno nuovo, quello che volete dal giardinaggio alla pittura su legno.


Per oggi:
- è il primo marzo ed è il World Book Day.
Il giorno ideale per andarsi a vedere quali libri di macrobiotica e affini ho consigliato per qualche anno e regalarsene almeno uno!

martedì, febbraio 21, 2012

Salsetta!




















Che ami i cavoli e tutti i loro parenti è cosa ben nota, forse pure un po' troppo visto che persino lo spacciatore siculo di verdura ormai dà per scontato di riempirmi la borsa di cime di rapa, broccoli e cavolfiore quasi ogni sabato. 


Questo sabato però ha superato se stesso con tanti bei broccoletti muniti di un numero infinito di foglie tutte sane e carnose, che han messo in moto i miei due neuroni spenti dai continui cambi di temperatura. A rianimarli ha contribuito anche una pulizia del frigo grazie alla quale ho scoperto,abbandonato in un angolo da almeno 3 mesi, un barattolone di noci dell'albero dei miei suoceri.
Le dosi sono abbondanti e la salsetta può essere un pesto per la pasta oppure, eliminando l'aglio (o lasciandolo, dipende dalla vostra vita sociale), e lasciandola più solida, un paté da spalmare sul pane, anche per colazione se come me detestate i dolci di prima mattina.


20 foglie di broccolo
15 gherigli di noci
1 spicchio di aglio
1 cucchiaio di lievito alimentare (opzionale)
olio extra vergine qb
acqua qb
sale qb


Sbollentate le foglie di broccolo e poi frullate il resto in un mixer.